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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti!.

       [67]  3. «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! che percorrete il mare e la terra, per fare un proselita, e quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi» (Mt 23,15).



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       Mentre per zelo i farisei cercavano proseliti, con i loro perversi esempi li trascinavano a vivere male.

       Ripenserò perciò alle parole di Cristo: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché veggano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,15).

       «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cimino, ma trascurate le cose più essenziali della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste sono le cose che bisognava fare senza trascurare quelle. Guide cieche, scolate il moscerino e inghiottite il cammello!» (Mt 23,2 s.).

 

       [68]  La giustizia consiste nel dare a ciascuno il suo; la misericordia riguarda tutti i doveri di carità; la fedeltà è qui intesa come fedeltà verso Dio e verso il prossimo. In queste virtù consiste la vera religione. Spetta particolarmente al pastore insegnare queste cose. In ciò sta la perfezione della vita. «Noi non diamo in nulla nessuna occasione di scandalo, onde non sia vituperato il nostro ministero; ma in tutto ci rendiamo commendevoli, come si conviene ai ministri di Dio» (2Cr 6,3 s.).


 




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