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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. Il Signore Gesù Cristo chiamò e mandò altri pastori.

       [136]  2. Il Signore Gesù Cristo chiamò e mandò altri pastori, che formano con lui una cosa sola, ossia i Sacerdoti ed i Vescovi: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi... Ricevete lo Spirito Santo...» (Gv 20,21.22). «È lui che ci ha resi capaci di essere ministri del Nuovo Testamento» (2Cr 3,6). «Ognuno adunque ci consideri come ministri di Cristo ed amministratori dei misteri di Dio. Ebbene ciò che si ricerca dagli amministratori è che siano fedeli» (1Cr 4,1 s.). Perciò l’apostolo Pietro ammonisce: «Pascete il gregge di Dio che vi è affidato” (1Pt 5,2), come lui stesso aveva imparato da Cristo: «Pasci i miei agnelli... Pasci le mie pecore» (Gv 21,15.17).

       Nei primi tempi della Chiesa, Cristo era spesso raffigurato come il pastore che conduce il suo gregge ai pascoli salutari, oppure come il pastore che ricerca la

 



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pecora smarrita, e che trovatala se la pone sulle spalle e la riporta all’ovile. Ecco come Gesù ama le anime!

 

       [137]  Il Sacerdote è pure pastore delle anime, il titolo richiede le attitudini, ossia scienza e virtù, zelo e pietà; attitudini che si possono riassumere tutte in una frase: sollecitudine pastorale. Questa parola comprende la cura delle anime nella carità, la diligenza e la premura, il lavoro, la vigilanza, l’istruzione, la predicazione, l’amministrazione dei sacramenti, la cura dei malati e dei bambini, e tutti quei ritrovati pastorali che rendono il Sacerdote tutto a tutti. Nella Chiesa tutti i fiori di virtù sono stimati, ma specialmente vengono esaltati quelli delle virtù pastorali.

       La sollecitudine generosa del pastore, sebbene in altra forma, è eroica come la carità dei martiri, è luce del mondo e delle anime, è sale della terra, è fermento che penetra tutta la massa. «Eravate infatti come pecore erranti, ma ora siete stati fatti ritornare al pastore e vescovo delle anime vostre» (1Pt 2,25). Il Sacerdote pastore, come «il principe dei pastori» (1Pt 5,4), rappresenta la benignità, la mitezza, la pazienza, la mansuetudine di Cristo. Egli è l’uomo di Dio, che manifesta Dio in se stesso.

 

       [138]  La sollecitudine pastorale è il primo e principale dovere del pastore. A questo ufficio devono essere ammessi soltanto coloro che hanno l’amore di Dio e non coloro che desiderano il sacerdozio mossi da vana gloria, da avarizia, da desiderio delle comodità. La carità sacerdotale è la maggior dilatazione della carità di Cristo. Si ponga mente alle parole del Maestro divino: «Gesù chiede a Simon Pietro: Simone di Giovanni, mi ami tu più di questi? Gli rispose: Sì, o Signore, tu lo sai che io ti amo. Gesù gli dice: Pasci i miei agnelli. Poi gli chiede una seconda volta: Simone di Giovanni, mi ami tu? Ed egli risponde: Sì, o Signore, tu lo sai che io ti amo. E Gesù a lui: Sii pastore delle mie pecore. Poi per la terza volta gli domanda: Simone di Giovanni, mi ami tu? Si contristò Pietro che per la terza volta gli avesse



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chiesto: Mi ami tu? e gli disse: Signore, tu sai tutto, tu lo sai che io ti amo. Gesù gli rispose: Pasci le mie pecore” (Gv 21,15-18).

 




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