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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Il buon pastore sta con il gregge.
[144] 3. Il buon pastore sta con il gregge; ricerca la pecorella smarrita; quando qualcuna si è perduta, il pastore sente grande dolore, come la donna che ha perduto le dramme, come il padre del figliuol prodigo, come il pastore di cui parla il Vangelo (cf Lc 15,4-6). Il Figlio dell’uomo venne a ricercare quello che era stato smarrito. La donna che perde la dramma, accende la lucerna, spazza la casa, cerca diligentemente, fino a che non l’abbia trovata. L’ora della conversione è nelle mani di Dio. Il padre accolse il figlio prodigo con soavità e gioia. Il sacramento della penitenza è, per i Sacerdoti, come la nave nella quale salvano i figli che erano naufragati, e lo devono fare con intima gioia. Il pastore, dopo aver trovata la pecorella che aveva perduto, disse agli amici: «Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecorella smarrita» (Lc 15,6). Cristo è il vero amico dei peccatori, e «noi siamo collaboratori di Dio» (1Cr 3,9).
[145] Sarà utile richiamare qui alcune prescrizioni di teologia morale. Il Vescovo è tenuto, per diritto divino, a risiedere formalmente nella sua diocesi, se non è scusato da una giusta causa (cf CJC c. 338); è tenuto a visitare ogni anno la diocesi od una parte di essa, in modo da visitarla tutta almeno entro cinque anni (cf CJC c. 343).
Durante la visita deve predicare, esaminare i fanciulli, esaminare i Sacerdoti, sottoporre i Sacerdoti a scrutinio personale, interrogare sugli abusi, riaccendere il fervore, amministrare il sacramento della cresima. Il Vescovo è tenuto ad eleggere degni ministri dell’altare, e ad escludere gli indegni; è tenuto ad eleggere buoni parroci e buoni confessori; è tenuto anche a curare le scuole, i luoghi pii ed i monasteri; è tenuto a correggere i sudditi, a stroncare gli scandali e gli abusi, a pregare per il popolo, a fare elemosina, ed a rendere conto della sua diocesi alla Santa Sede. I benefici sono ordinati all’ufficio.
[146] I parroci, oltre agli obblighi comuni che hanno coi chierici e coi beneficiati, hanno pure altri doveri. Essi e quelli che hanno un beneficio cui è annessa la cura d’anime, sono obbligati dal diritto divino alla residenza nelle loro chiese, in modo sia materiale e sia formale. È dovere proprio di ogni parroco predicare la parola di Dio al popolo nelle domeniche e nei giorni di festa di precetto. Il pastore di anime ha, come dovere proprio e gravissimo, quello di fare il catechismo ai fedeli, specialmente ai bambini. Il parroco deve inoltre amministrare con sollecitudine i sacramenti ai fedeli che legittimamente li chiedono; deve in forza del diritto divino, anche se è religioso, pregare ed applicare la santa Messa per il popolo, deve con zelo e carità assistere i moribondi, specialmente se furono peccatori abituali; è tenuto ad accogliere i poveri ed i disgraziati con carità paterna; è tenuto a conoscere le sue pecorelle e, con prudenza, a correggere gli erranti; è tenuto a togliere di mezzo i peccati e gli scandali ed a prevenirli; deve infine appoggiare ed istituire opere di carità, di fede e di pietà.