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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. La pazienza.
[169] 3. La pazienza. – Il Signore diriga i nostri cuori ed i nostri corpi nella carità e nella pazienza di Cristo. Molte e ammirabili sono le testimonianze della pazienza di Cristo nell’eucaristia. L’inferno sembra maggiormente accanirsi contro di lui, quanto maggiore è la carità dimostrata da Cristo in questo sacramento. La presenza di Giuda all’ultima cena, la sua ostinazione innanzi agli amorosi inviti di Gesù a ravvedersi, quanto lo amareggia! E successivamente, attraverso i secoli, le abominazioni, le ingiurie, i sacrilegi sono senza numero. Gli angeli inorridiscono dell’abominazione della desolazione che vi è nel luogo santo. Sono offese nascoste, ma più crudeli: «Oh, mi avesse oltraggiato il mio nemico! lo sopporterei; si fosse levato contro di me uno che mi odia! l’avrei scansato. Ma invece è un mio pari, mio amico e familiare che già stretti insieme in dolce intimità nella casa di Dio andavamo di concerto!» (Sl 54,13-15). Gesù qui tace. Vede e tace, anche quando la grande opera di Dio viene eseguita o seguita con ipocrisia, con negligenza e con distrazione.
«La pazienza poi fa l’opera perfetta» (Gc 1,4). La pazienza è necessaria tanto nel lavoro spirituale, quanto negli studi; tanto nel ministero della penitenza, quanto nel governo delle anime. S. Ambrogio dice: «La prima virtù è questa: non scoraggiarsi nelle avversità, né insuperbirsi nelle prosperità». Le anime pacifiche godranno molta pace. È migliore un uomo paziente che un uomo forte.