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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. Toglierò i vari impedimenti alla fede.

       [269]  2. Toglierò i vari impedimenti alla fede: l’ignoranza, con la dovuta istruzione; i pregiudizi, con la riflessione, il consiglio e la preghiera; la perversione della mente, con lo studio e la conversazione con uomini dotti, e con la preghiera. «Vieni, o Spirito creatore...» (Inno del Vespro di Pentecoste). L’uomo deve preparare l’anima alla grazia.

       Cercherò di formarmi una mentalità consona alla fede colla lettura della sacra Scrittura e della sacra teologia cattolica; con una condotta buona e pia: la vera fede consiste nel conformare l’azione alle verità che si professano. A chi fa ciò che può, il Signore non rifiuta la grazia; questo è il motivo per cui si sono convertiti alla fede S. Giustino, S. Clemente alessandrino, S. Agostino, il Newman, il Manning, il Cohen, il Coppée, il Brunettière, il Trail, il Faber, il Ruville, e tanti e tanti altri.

       Sgombrerò le vie alla fede. Vi sono di quelli che hanno pochissima fede, od una fede insufficiente, sia per abulia, accidia o indifferenza. Vi sono di quelli che si indispongono alla fede con il loro tedio delle cose spirituali, mentre dimostrano il massimo interessamento per le attività terrene e per le cose materiali. La parola di Dio viene portata via dal cuore di costoro, o, se ha germogliato, subito secca, o rimane soffocata dalle spine. «Non durerà per sempre il mio spirito nell’uomo, perché è carne» (Gn 6,3).

 

       [270]  Iddio stabilisce la sua dimora in coloro che lo amano con fede e grazia: «La sapienza non entrerà in un’anima malvagia, né potrà abitare in un corpo venduto al peccato» (Sp 1,4). Dice Gesù: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!» (Mt 5,8). Nel libro Della Imitazione di Cristo si afferma: «Chi brama d’intendere pienamente e con gusto le parole di Cristo, bisogna che si studi di conformare tutta la sua vita a quella di lui” (lib. 1, c. 1, 2). Grande danno porta alla vita sacerdotale il razionalismo ed il naturalismo pratico. All’opposto: «Ora il mio giusto vivrà mediante la fede» (Eb 10,38). L’apostolo insegna mediante la fede; chi prega, prega mediante la fede; ma che sarà del Sacerdote che abitualmente

 



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pensa, giudica, ragiona, parla come se ignorasse i princìpi e le verità soprannaturali? Oppure se vi è tanto divario tra la sua preghiera e la sua conversazione? Privato delle forze divine, egli sarà un albero senza frutti, una nube senz’acqua, un operaio senza speranza di retribuzione: la sua vita diventa miserabile, la sua morte sarà inquieta, il suo fine incerto.

 




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