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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. «Affinché abbondiate nella speranza» (Rm 15,13).

       [282]  3. «Affinché abbondiate nella speranza» (Rm 15,13). S. Paolo infatti dice: «Quello che fate, fatelo di cuore come per il Signore e non per gli uomini; sapendo che per ricompensa dal Signore voi riceverete l’eredità” (Cl 3,23 s.); se soffriremo con Cristo, con lui pure saremo glorificati (cf Rm 8,17).

       La speranza ha diversi gradi, e non esclude completamente il timore. «Temete piuttosto colui che può far perdere anima e corpo nella Geenna» (Mt 10,28); questi dobbiamo temere. Questo è il timore iniziale: «Il principio della sapienza è il timore del Signore» (El 1,16 Vg). Vi è un altro timore detto filiale, mossi dal quale si evita il peccato in quanto è offesa di Dio Padre. Questo timore è ottimo ed è prodotto da un motivo di carità, ed aumenta con l’aumento della carità. Questo timore aiuta magnificamente la speranza; da esso attingiamo maggior motivo di sperare, in quanto maggiormente evitiamo l’offesa di Dio.



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       Tutte le virtù, anche quelle che nella vita dei santi toccarono l’eroismo, procedono dalla speranza: «Saprò rispondere a chi m’insulta, che io confido nella tua parola” (Sl 118,42).

 




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