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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. Alla prudenza si oppongono i vizi seguenti.

       [312]  2. Alla prudenza si oppongono i vizi seguenti: la precipitazione, con la quale si intraprende qualche opera senza la sufficiente deliberazione; l’inconsiderazione, che impedisce il retto giudizio per l’elezione dei mezzi al fine, l’incostanza della mente, per cui l’uomo, senza motivo, muta spesso parere; la negligenza nell’esecuzione ed applicazione dei propositi. Qualche volta l’imprudenza non è colpevole; altre volte invece si disprezzano e rigettano i consigli della prudenza ed allora vi è colpa.

       Vi è pure una prudenza di falso nome, come la così detta prudenza della carne e l’astuzia. «Le tendenze della carne portano a morte» (Rm 8,6), perché fanno escogitare i mezzi per agire male, o portano l’eccessiva sollecitudine delle cose temporali, od il desiderio delle cose illecite, o la superbia di vita.


 




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