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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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II. MEDITAZIONE

 

1. Parti della temperanza sono la castità e la sobrietà.

       [346]  1. Parti della temperanza sono la castità e la sobrietà. La castità regola i movimenti della concupiscenza della carne. È virtù angelica che rende gli uomini simili agli angeli; è virtù austera che richiede la mortificazione del corpo e dei sensi; è virtù fragile, perché facilmente si offusca; è virtù difficile perché si esercita con la continua lotta della vita militante.

       La castità ha quattro gradi. Il primo consiste nel combattere e nel negare il consenso a tutti i pensieri, le fantasie, le sensualità ed azioni cattive in relazione a questa virtù. Il secondo consiste nella pronta ed energica ripulsione di ogni pensiero, fantasia, impressione che possano oscurare lo splendore di questa virtù. Il terzo grado, che si acquista dopo diuturna lotta ed ardente esercizio di amor di Dio, consiste nel pieno dominio della nostra parte inferiore; in modo che se qualche volta occorre di dover trattare per ufficio le questioni riguardanti la castità, lo si possa fare con indifferenza, come si trattasse di qualsiasi altro argomento. Il quarto grado consiste nel privilegio gratuitamente ricevuto, di non sentire più né i moti della concupiscenza, né i moti contro la virtù della castità come si narra essere avvenuto per S. Tommaso d’Aquino.

 

       [347]  La continenza è dovere ed ufficio perpetuo di quelli che si sono offerti a Dio nello stato religioso o sacerdotale. «Oh quanto è grande ed onorevole l’ufficio dei Sacerdoti!... Oh quanto monde esser debbono quelle mani; quanto pura la bocca; quanto santo il corpo; quanto immacolato il cuore del Sacerdote ! ... Gli occhi suoi... debbono essere semplici e pudichi. Le mani che trattano il Creatore del cielo e della terra, hanno da essere pure e levate verso il cielo» (Della Imitazione di Cristo, lib. 4, c. 11,6 s.). Cristo fu vergine, Maria SS. fu vergine e consacrarono così per i due sessi l’esempio della verginità. «Gli apostoli o erano vergini, o dopo le nozze vissero in continenza» (S. Girolamo).


 




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