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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. Che cosa si deve piangere.

       [387]  3. Che cosa si deve piangere. Ecco il rimprovero di un uomo veramente santo: «O vita nostra! Di ciò di cui non merita rattristarsi, o di cui basta rattristarsi un po’, gli uomini si addolorano per lungo tempo ed in modo grave. Di ciò che bisognerebbe invece amaramente piangere, gli uomini non si inquietano, anzi ne ridono; si rallegrano di aver operato male, ed esultano in cose pessime». Anche i farisei si rallegrarono della morte di Cristo.

       Il corrotto pianga la perdita dell’integrità verginale; il peccatore pianga la perdita di Dio, della grazia, del paradiso; l’invidioso pianga la perdita della carità e della pace; l’accidioso pianga la perdita del fervore spirituale e della carità positiva; l’ebrioso pianga la perdita della sobrietà; l’avaro pianga la perdita della generosità; l’iracondo pianga la perdita della pace interiore; il superbo pianga la perdita dell’umiltà; il malizioso pianga la perdita della pietà!


 




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