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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Mi esaminerò sulle singole cose proposte.
[395] 3. Mi esaminerò sulle singole cose proposte: specialmente sulle opere di misericordia del buon pastore; sia quelle riguardanti l’anima, sia quelle riguardanti il corpo. Se correggo gli erranti, se invito i peccatori a penitenza, se visito i malati, se prego per i defunti, se insegno il catechismo ai fanciulli, ecc.
Se non posso sovvenire i miseri con opere e con parole, li posso tuttavia soccorrere con la preghiera e con i sacrifizi. Esercito io la misericordia corporale o spirituale volentieri, ma con prudenza, avendo riguardo alle
circostanze di luogo, di tempo, di persona, di necessità? Soccorro gli amici come i nemici e gli ingrati, senza fare discriminazione di persone, procurando solo di esercitare la misericordia? Dio infatti fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, e fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi (cf Mt 5,45).
Compio la misericordia con animo ilare e pronto? Preferisco di più farla silenziosamente che pubblicamente? La faccio senza grettezza e senza prodigalità? Senza che la mia destra sappia ciò che fa la mia sinistra? Soccorro i poveri e gli umili? Agisco mosso piuttosto dalla divina misericordia, che non dall’affezione, dalla speranza di lucro, o di favori umani?
[396] Due cose principalmente metterò nelle mie intenzioni: a) l’esempio di Cristo, il quale discese dal cielo per soccorrerci; passò facendo del bene e guarendo tutti gli oppressi dal demonio; pregò per coloro che lo crocifissero, e morì per il bene di tutti; b) la speranza di ricevere lode al giudizio finale dalla bocca stessa di Gesù, il quale esalterà le opere di misericordia dinanzi a tutti gli uomini: «Venite, benedetti del Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi sin dalla creazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare... Ogni volta che voi avete fatto queste cose a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatta a me” (Mt 25,34 s. 40).
S. Agostino dice: «In nessun luogo devono maggiormente fiorire i sentimenti di misericordia come nella Chiesa cattolica»; ed un pio autore riduce questa raccomandazione alla pratica dicendo: «Nessuno deve avere maggior compassione di quanta ne deve avere il Sacerdote!». S. Bernardo soggiunge: «La natura dell’uomo porta maggiormente ad indignarsi che ad aver compassione;... tuttavia ciò che non può fare la natura lo può la grazia».