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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
[449] 3. Esame di coscienza. – Vivere nella speranza, secondo l’Apostolo: «...Abbiamo il più valido incoraggiamento, noi, che ci siamo rifugiati in lui, per stare saldi nella speranza che ci è offerta. Noi la teniamo come àncora dell’anima, àncora sicura e ferma, e che penetra fin di là del velo, dove come precursore per noi è entrato Gesù, fatto sommo sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech» (Eb 6,18-20). Dall’analisi dei nostri pensieri, abbiamo più le formule che non il senso della speranza. Il senso della speranza renderebbe la vita soave e splendente di luce eterna, desiderosi di entrare nel riposo sicuro: «Il Signore è la parte a me spettante, la mia coppa; tu tieni in mano la mia sorte» (Sl 15,5). Colui che si avvicina al traguardo come lieto corre! Nulla è allora troppo faticoso! La strada non appare più stretta! I martiri andavano esultanti al supplizio, come a ricevere la corona. Non siamo noi come gli uomini che non hanno speranza.
Nelle nostre prediche parliamo abbastanza della mercede eterna? L’Apostolo parla spesso di essa ai fedeli: «Che il Dio della speranza vi ricolmi di ogni gaudio e pace nella pratica della vostra fede, affinché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo» (Rm 15,13). Cantiamo questo cantico nuovo di esultanza e di vittoria: «Andremo al tempio del Signore» (Sl 121,1). Siamo nella fatica? «In speranza noi siamo stati salvati” (Rm 8,24). Siamo nelle tentazioni? «Quando sarà stato provato, riceverà la corona di vita» (Gc 1,12). Siamo nell’afflizione a causa dei nostri peccati passati, ed a causa delle attuali pene? «Se Dio è per noi, chi contro di noi?» (Rm 8,31); «Quei che confidano nel Signore somigliano al monte Sion» (Sl 124,1); «Nessuno il quale sperò nel Signore è restato confuso» (El 2,11).
[450] O Vergine Maria, madre della santa speranza, accrescimi questo dono e questa virtù, per la tua ferma speranza. Tu sei la stessa speranza: «Speranza nostra, salve!». Ti dirò, con S. Bernardo: «Tu sei tutta la ragione della mia speranza»; o meglio, con S. Bonaventura: «O salvezza di chi ti invoca, salvami!». Quando mi sovrasta il baratro della disperazione, ed il timore del giudizio e della divina vendetta, io ti invocherò, o Maria, o Madre, sotto il tuo patrocinio io mi rifugerò, mi addormenterò e riposerò sicuro sotto la tua misericordia. Nel seno della tua misericordia non temerò né i mali, né i nemici. Volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi, e mostraci, dopo questo esilio, Gesù benedetto. Pregherò con attenzione e devozione: «Salve, o Regina, madre di misericordia,... speranza nostra».