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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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III. MEDITAZIONE

 

       1. Esame di coscienza sull’uso dei sacramenti.

       1. Esame di coscienza sull’uso dei sacramenti. Ricorderò la parabola dei talenti: Il regno dei cieli è «come un uomo che, stando per fare un lungo viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. Ad uno dette cinque talenti, all’altro due, e a un altro uno solo,... e partì... Ora, dopo molto tempo, ritornò il padrone di quei servi e li chiamò a render conto» (Mt 25,14.15.19). Coloro che avevano negoziato i talenti ricevettero un premio, colui invece che volle sotterrare il suo talento fu punito. Così avverrà al giudizio futuro.

       In quei talenti sono raffigurati i sacramenti, che con industria e diligenza devo curare, se desidero ricavarne qualche frutto. Ho studiato sufficientemente la dottrina dei sacramenti, dogmatica, morale e liturgica? Progredisco in essa ogni giorno, affine di venire a possederla sempre più pienamente e con maggior competenza? Predico sufficientemente questa dottrina ai fanciulli ed agli adulti ? Se ne ho occasione, la divulgo anche con gli scritti?



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       Considererò con quale diligenza, con quale alacrità, con quale devozione amministro i sacramenti, specialmente quando si tratta del battesimo, della penitenza, dell’eucaristia e dell’estrema unzione. Io stesso, poi, sono solito accostarmi ogni settimana al sacramento della penitenza, con la sufficiente preparazione, e con un devoto ringraziamento? Vado a celebrare la santa Messa con la coscienza pura, e dopo aver premessa la preparazione? Eseguisco degnamente, attentamente e devotamente le cerimonie della Messa, e ne pronuncio bene le parole? Dopo la Messa, mi trattengo abbastanza nel ringraziamento ?

       Richiamerò alla memoria le parole che l’Apostolo rivolgeva a S. Timoteo: «Ti raccomando di ravvivare il dono di Dio, che è in te per l’imposizione delle mie mani” (2Tm 1,6); questo viene detto per il sacramento dell’ordine, e tuttavia suppone che la grazia sacramentale possa rimanere nello stato latente, in modo che si palesi necessario di ravvivarla diligentemente per farla fruttificare. Mi interrogherò: Santifico io il mio sacerdozio? Lo rendo ogni giorno più fruttuoso; e la mia vita reca onore al carattere sacerdotale?

 




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