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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Nella santissima eucaristia abbiamo.
[518] 3. Nella santissima eucaristia abbiamo: a) Il segno sensibile nelle specie del pane e del vino: «Gesù prese del pane... poi, preso il calice...» (Mt 26,26 s.); b) La significazione ed il conferimento della grazia come è ben rappresentato dallo stesso cibo spirituale, al modo che nel battesimo l’abluzione con l’acqua indica l’abluzione dai peccati; c) L’istituzione divina, come viene narrato dai Vangeli; Cristo infatti prese il pane ed il calice e pronunziò su di essi le parole: «Questo è il mio corpo...» (Lc 22,19); «Questo è... il calice del sangue mio” (Messale Romano, Ordinario della Messa: Consacrazione).
[519] La necessità dell’eucaristia si desume dalle parole: «Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue non avrete in voi la vita» (Gv 6,53). Per precetto ecclesiastico, ogni fedele dei due sessi, dopo che ha raggiunto gli anni della discrezione, deve ricevere il sacramento dell’eucaristia, almeno una volta all’anno. Per precetto divino, si è obbligati in special modo a ricevere l’eucaristia in pericolo di morte, per qualsiasi causa determinato. È invece molto conveniente che i fedeli ricevano di frequente, anche tutti i giorni, la comunione.
Degne di essere ricordate sono le dichiarazioni di un decreto del Concilio di Trento: «I. Nessun cristiano di qualsiasi ordine o condizione, può essere impedito di comunicarsi frequentemente e quotidianamente, purché sia in stato di grazia, e si accosti alla sacra mensa con retta e pia intenzione. II. Ancorché massimamente convenga che quelli che si comunicano frequentemente ed anche quotidianamente siano esenti da colpe veniali, almeno da quelle pienamente deliberate, e non abbiano l’affetto a tali colpe, è sufficiente però che costoro non abbiano colpe mortali, e che abbiano il proposito di non più peccare in avvenire. III. Affinché la frequente e
quotidiana comunione venga fatta con più prudenza e sia occasione di maggiore merito, si chieda consiglio al confessore. IV. Venga promossa la comunione frequente e quotidiana, specialmente negli istituti religiosi di qualsiasi genere; ugualmente (ed a più forte ragione) nei seminari dei chierici, dove gli alunni aspirano al servizio dell’altare; lo stesso si faccia in altri collegi cristiani di ogni genere».