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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. Gesù.

       [546]  2. Gesù: a) quasi dimentico delle ingiurie, riceve con bontà il peccatore quando torna dal padre suo; b) quasi dimentico dello spreco fatto dei suoi beni, concede altri beni e rimette e conferma il peccatore nella sua missione di prima; c) quasi dimentico della giustizia e ricordandosi soltanto della misericordia paterna, del peccatore che ritorna dice: «Era ben giusto far festa e darsi alla gioia, perché... era morto ed è ritornato in vita» (Lc 15,32).

       Ecco la meravigliosa parabola del figliuol prodigo: «Un uomo aveva due figli. Or, il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta.



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E il padre divise tra i figli i suoi beni. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, se ne partì per un paese lontano, e scialacquò tutto il suo patrimonio vivendo dissolutamente. Quando ebbe dato fondo ad ogni cosa, venne in quella regione una tremenda carestia ed egli cominciò a sentir la miseria. Allora se ne andò e si mise a servizio d’un uomo di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a badare ai porci. Avrebbe voluto riempirsi il ventre delle carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliene dava. Allora rientrato in se stesso, disse: Quanti mercenari di mio padre hanno pane in abbondanza, ed io, qui, muoio di fame! Mi alzerò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te! Non son più degno di essere chiamato tuo figlio: trattami come uno dei tuoi mercenari. E alzatosi, andò da suo padre. Lo vide il padre, mentre era ancora lontano, e ne ebbe pietà; allora correndogli incontro, gli si gettò al collo e teneramente lo baciò. E il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non son più degno di essere chiamato tuo figlio. Ma il padre ordinò ai suoi servi: Portate subito la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e i calzari ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, si banchetti e si faccia festa; perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto, e si è ritrovato. E incominciarono a far festa. Ora il figlio maggiore era nei campi; mentre tornava, quando fu vicino a casa, sentì musica e canti, e chiamato uno dei servi, gli domandò che cos’era tutto quello. Il servo gli rispose: È ritornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello grasso, perché l’ha potuto riavere sano e salvo. Egli allora si adirò e non voleva entrare. Sicché il padre uscì fuori e cominciò a pregarlo. Ma egli si rivolse al padre, dicendo: Ecco, son tanti anni che io ti servo, senz’aver mai trasgredito uno dei tuoi ordini, e tu non mi hai dato mai nemmeno un capretto per far festa coi miei amici. E ora che è tornato questo tuo figlio, che ha consumato tutti i suoi beni con delle meretrici, tu gli hai ucciso il vitello grasso. Figlio, gli rispose il padre, tu sei sempre con me, e tutto quello che io ho è tuo; ma era ben giusto far festa e



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darsi alla gioia, perché questo tuo fratello era morto ed è ritornato in vita, era perduto e si è ritrovato” (Lc 15,11-32).

 




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