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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. Le confessioni dei Sacerdoti richiedono più eccellenti disposizioni.
[550] 2. Le confessioni dei Sacerdoti richiedono più eccellenti disposizioni, affinché ottengano completo effetto di conversione, secondo la quotidiana invocazione: «Ristoraci, o Dio, nostro salvatore, e deponi il tuo sdegno contro di noi» (Sl 84,5). Dai frutti di santità possiamo conoscere se vi siano o no le disposizioni per il sacramento: «Il bene risulta dalla perfezione di tutte le parti, ed il male da qualsiasi difetto». Perciò per il Sacerdote si richiedono, come per i fedeli, diligente esame di coscienza, contrizione, proposito, accusa e soddisfazione. Ma la contrizione è parte essenziale, la soddisfazione è parte integrale. Deve essere premessa una fervorosa preghiera: si tratta infatti di un’opera soprannaturale e la contrizione è un dono soprannaturale di Dio. «Deh! Signore, togli da noi le nostre iniquità; affinché meritiamo di entrare con anima pura nel Santo dei santi” (Messale Romano: Ordinario della Messa).
L’esame di coscienza del Sacerdote deve essere fatto: a) sugli obblighi comuni dei cristiani, ossia sui precetti divini ed ecclesiastici; b) sulle virtù teologali, cardinali e morali; c) sulle obbligazioni sacerdotali, specialmente sull’orazione, sulla castità e sul buon esempio; d) sui doveri pastorali di ammaestrare il gregge, di governare le anime e di amministrare i sacramenti. Scelga il Sacerdote un luogo raccolto dove possa mettere sé di fronte a sé, e giudichi se stesso, senza lasciarsi ingannare da illusioni. Sia giudice prudente di se stesso, sia padre benigno verso gli altri.
Duplice è la contrizione: perfetta ed imperfetta; si desidera che almeno i Sacerdoti cerchino di avere dei loro peccati una contrizione perfetta, per ricavare più abbondanti frutti dal sacramento: «Io amo quelli che mi amano» (Pv 8,17); «Chi ama me, sarà amato dal Padre mio, ed io pure l’amerò e gli manifesterò me stesso” (Gv 14,21); «Dio è carità e chi rimane nella carità sta in Dio, e Dio dimora in lui» (1Gv 4,16). Di questa carità perfetta parla S. Giovanni Crisostomo quando dice: «Come il fuoco appiccato ad una selva purga ogni cosa, così il fervore di carità in qualsiasi luogo si manifesti toglie tutto e tutto annienta... Dove vi è la carità vengono rimossi tutti i mali» (Hom. 7 in 2Tm, 3).