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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
2. I presenti preghino, e l’infermo, se lo può, risponda.
[570] 2. I presenti preghino, e l’infermo, se lo può, risponda. Tutti siano convinti dell’importanza del momento. Il Sacerdote, stesa la mano destra sul capo dell’infermo, dice: «Nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, si smorzi in te ogni potere diabolico per l’imposizione delle nostre mani e per l’invocazione di Maria Vergine gloriosa e santa Madre di Dio e di S. Giuseppe suo inclito Sposo, di tutti i santi angeli, arcangeli,
patriarchi, profeti, apostoli, martiri, confessori, vergini e di tutti i Santi assieme. Così sia».
Compiute poi le unzioni, secondo il rito, e dette le rispettive formule, il Sacerdote prosegue: «Signore, abbi pietà di noi. Cristo, abbi pietà di noi. Signore, abbi pietà di noi. Padre nostro....», in segreto fino a: «E non c’indurre in tentazione», «Ma liberaci dal male». Poi, alternativamente con l’inserviente, il Sacerdote dice ancora: «Salva il tuo servo», «Mio Dio, che spera in te», «Mandagli l’aiuto dall’alto», «E da Sion difendilo»; «Sii per lui, o Signore, torre di fortezza», «Davanti al nemico»; «Il nemico non possa nulla su di lui», «E il figlio d’iniquità non opponga ostacoli»; «Signore, esaudisci la mia preghiera», «E il mio grido giunga fino a te»; «Il Signore sia con voi», «E con il tuo spirito» (Rit. Rom., tit. 5, cap. 2, nn. 7.12).