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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. L’ufficio sacerdotale è duplice.
[575] 3. L’ufficio sacerdotale è duplice: prima riguarda Dio, ed in secondo luogo riguarda gli uomini. Il Sacerdote è l’uomo di Dio, perché è eletto da Dio, serve Dio, loda Dio, offre a Dio doni e sacrifizi. Come l’uomo diventa membro della Chiesa col battesimo, soldato di Cristo con la cresima, così, con l’ordine, diventa ministro di Cristo. «La virtù di questo sacramento è la grazia dello Spirito settiforme, e certamente coloro che ricevono questa grazia, vengono mutati, come se avessero ricevuto un altro cuore, poiché quelli che lo Spirito Santo rafforza con la sua grazia, li fa subito diventare quelli che non erano» (S. Gregorio il Grande).
[576] Grande è la dignità sacerdotale! Per essa l’uomo è deputato ad atti di religione, al servizio dell’altare divino, alla cura delle cose spirituali ed eterne. «Chi dice Sacerdote, dice uomo venerabile, quasi divino» (Pseudo Dionigi Areopagita, De ecclesiastica hierarchia, 1. 3. - MG 3, 374). «Dimostriamo ciò che siamo per professione, più con le opere che con il nome» (S. Ambrogio, De dign. Sac. 1. 1). Il Sacerdote ha verso gli uomini un divino mandato ricevuto da Cristo, e compendiato nelle parole: «Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole,... insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate» (Mt 28,19 s.). Il Sacerdote «è posto tra Dio e l’uomo; al di qua di Dio, ma al di là dell’uomo; è inferiore a Dio, ma è superiore all’uomo” (Innocenzo III, Sermones de diversis. Sermo 2. - ML 217,658 A). Insegni egli con la parola e con l’opera, diriga al cielo il popolo a lui affidato, santifichi gli uomini con i sacramenti e con la preghiera.