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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
III. MEDITAZIONE
1. Il buon pastore deve considerare, tra i sacramentali, l’anno liturgico.
[595] 1. Il buon pastore deve considerare, tra i sacramentali, l’anno liturgico. Esso è l’ordinata successione dei tempi sacri e delle feste della Chiesa che si incontrano lungo l’anno. Sfilano difatti, in quest’anno davanti ai nostri occhi, dalla prima domenica di Avvento fino al sabato prima del prossimo Avvento, in modo ordinato, le domeniche, le ferie, le feste del Signore, della beata Maria Vergine e dei Santi, e così la pietà del pastore e dei fedeli viene dalla Madre Chiesa nutrita.
L’anno liturgico comprende un duplice ordine: a) Il proprio del tempo. Il proprio del tempo si basa su due punti: il primo è determinato dal sole, ed il secondo è determinato dalla luna; risultano perciò due parti, che dividono l’anno liturgico in quanto al proprio del tempo. Il primo centro è posto nella festa del Natale, che sempre viene celebrata il 25 di dicembre; da questa festa vengono determinate le quattro domeniche dell’Avvento e le loro rispettive ferie; così pure l’ottava di Natale, la Circoncisione, l’Epifania, ecc. La seconda parte ha il centro nella solennità di Pasqua, che cade nella prima domenica dopo il plenilunio di marzo, e da essa sono determinate le domeniche dopo l’Epifania, la settuagesima ecc., fino alla domenica delle palme. In seguito le domeniche dopo Pasqua, l’Ascensione, Pentecoste, e le domeniche dopo Pentecoste. b) Il proprio delle feste ci dà: il ciclo domenicale, ossia delle feste del Natale, dell’Epifania, di Pasqua, ecc., fino alla festa della Regalità di Gesù Cristo; il ciclo mariale contiene le feste della beata Maria Vergine; il ciclo santorale è la successione delle feste dei Santi che sono espressamente
celebrate nella Chiesa. Come la luce di una stella differisce da quella di un’altra, così i santi sono venerati alcuni con un culto più solenne, ed altri con un culto minore.