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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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48.

 PROCESSIONI, FUNZIONI, ESEQUIE

 

(PB 5, 1941, 475-480)

 

 

 

I. MEDITAZIONE

 

 

1. Processioni.

       [625]  1. Processioni. – Le processioni sono manifestazioni religiose collettive e pubbliche. Nel Rituale Romano vengono descritte in senso proprio e liturgico. Sono suppliche pubbliche rivolte a Dio dal clero e dal popolo cristiano, il quale, disposto con un certo ordine, muove da un luogo sacro ad un altro luogo sacro. In esse il Signore viene pregato ed onorato da molti, ed i membri del ceto ecclesiastico, in un dato ordine, come divisi in diverse schiere, equamente compongono il forte e meraviglioso esercito della Chiesa militante, del quale viene dato a Dio ed agli angeli giocondo spettacolo. Le processioni risultano di molta utilità per i fedeli, ed incutono grande timore agli spiriti maligni.

       Le processioni avevano luogo frequentemente anche presso gli ebrei, e qualche volta in forma assai solenne. «La Chiesa ha ricevuto l’uso delle processioni dal costume antichissimo dei santi Padri, sia per ravvivare la pietà dei fedeli, sia per impetrare i divini favori, o ringraziare Dio, o per implorare l’aiuto divino. Le processioni devono essere fatte, come si deve, con molta religiosità; esse contengono grandi e divini misteri, ed a coloro che le fanno piamente portano da parte di Dio



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salutari frutti di cristiana pietà. Preavvisare ed istruire i fedeli, su questo, nel tempo che è più opportuno, spetta per dovere al parroco» (Rituale Romano, tit. 9, cap. 1, n. 1).

 




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