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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. Fin dai primi secoli della Chiesa.

       [628]  3. Fin dai primi secoli della Chiesa, subito dopo che fu lasciata libertà al culto cristiano, per opera di Costantino, si cominciò a fare frequentemente delle processioni. In realtà i fedeli, processionalmente con i Sacerdoti e con lo stesso Sommo Pontefice, si portavano ogni giorno alle varie «stationes» della città di Roma.

       In queste manifestazioni religiose, che si fanno collettivamente e pubblicamente, sgorgano dal cuore dei sentimenti che non si provano in nessun’altra manifestazione religiosa. Dal fatto esperimentiamo veramente, che nella collettività umana vi è qualche cosa, di cui in segreto e privatamente non si ha esperienza. Il così detto rispetto umano viene con maggior forza vinto; la mente più facilmente si riempie della sublimità e fortezza dell’idea religiosa; si fanno più fermi propositi di vivere la religione cristiana con maggior fervore e coraggio; spesso si ottengono delle conversioni, come avviene presso i santuari mariani; Dio viene inoltre onorato pubblicamente.

 

       [629]  Devono essere meditate le parole del Rituale Romano: «Procurino specialmente i Sacerdoti, e gli altri della sacra gerarchia, che in queste processioni si osservi da loro e dagli altri quella modestia e riverenza che massimamente conviene a tali azioni di pietà e di religione. Tutti rivestiti di abito decente, con rocchetti, od altri sacri paramenti, senza cappello, se non ne siano costretti per la pioggia, procedano in modo serio, modesto e devoto, a due a due secondo il loro grado, tutti intenti alle sacre preci, in modo che sia allontanato il riso, il



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parlare reciproco, il guardare in giro; ed anche il popolo venga invitato a pregare piamente e devotamente. I laici procedano separati dal clero, le donne procedano separate dagli uomini: e tutti preghino» (Rituale Romano, tit. 9, cap. 1, nn. 2-4). Vengano tolti gli abusi, come si ammonisce nel Rituale Romano, e come dettagliatamente è dichiarato in molti sinodi diocesani.

 

       [630]  Ogni pastore istruisca i fedeli sul significato delle processioni e sulla pietà che si deve avere da chi vi partecipa. Ciascheduno ricorderà ciò che si canta nella domenica delle palme (ecco un esempio di processione): «Nell’avvicinarsi a Gerusalemme, arrivarono a Betfage, presso il monte degli Olivi; allora Gesù mandò due discepoli... I discepoli andarono e fecero come loro aveva comandato Gesù. Condussero l’asina e il puledro, misero loro addosso i mantelli, e ve lo fecero sedere sopra. Allora la maggior parte della folla stese i suoi mantelli per la strada, mentre altri tagliavano rami degli alberi e li spargevano sul cammino. E le turbe che lo precedevano, e quelle che lo seguivano, gridavano dicendo: Osanna al Figlio di David! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!» (Mt 21,1.6-9).

 




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