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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
49.
L’ORAZIONE (I)
I. MEDITAZIONE
[639] 1. Nella Scrittura si legge: «E spanderò sulla casa di David e sugli abitanti di Gerusalemme lo spirito della grazia e dell’orazione; ed essi rivolgeranno gli occhi a me che han trafitto» (Zc 12,10). Chiederò la luce ed il calore dello Spirito Santo, affinché possa conoscere la natura dell’orazione, e possa ottenere il dono della preghiera. Il divino Maestro così rimprovera gli apostoli: «Fino ad ora non avete chiesto nulla in nome mio” (Gv 16,24); «Chiedete e vi sarà dato» (Mt 7,7).
L’orazione è elevazione della mente in Dio, e questa definizione riguarda in modo speciale l’orazione mentale. È pure domanda di cose buone a Dio, e quest’altra definizione riguarda specialmente l’orazione vocale. Nell’orazione infatti l’anima nostra si astrae dalle cose sensibili, ed innalzandosi su se stessa, entra in un mondo superiore, nel quale abita Dio, e considera Dio e parla con Dio. Mentre infatti considera il cielo al quale è chiamata, facilmente riconosce la sua insufficienza per meritarlo, ed allora con fiducia domanda a Dio tutto ciò che le è necessario per la salvezza.
La preghiera è un atto di religione, col quale onoriamo Dio; è una funzione necessaria per la vita spirituale,
come la respirazione è necessaria per la vita corporale. E come per infusione dello Spirito Santo viene comunicata all’anima la vita soprannaturale, così all’anima viene data la possibilità di pregare, e la norma secondo la quale essa possa muoversi liberamente nell’ordine soprannaturale; l’orazione penetra ed informa tutto l’uomo.
Il cristiano può pregare anche soltanto con la mente, e si ha l’orazione mentale; inoltre può unire la voce e le parole, e si ha l’orazione vocale; se eleviamo anche la vita, avremo l’orazione vitale, che è un’opera buona offerta a Dio con intenzione di ottenere da Lui qualche beneficio.