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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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La volontà divina riguardo alla Bibbia

La volontà di Dio riguardo alla Bibbia è che gli uomini la leggano.

Il fatto ch’egli stesso si degnò di eccitare e muovere gli agiografi a scrivere; la sua assistenza


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nella loro opera ci dimostrano la logicità di questa affermazione.

Non si potrebbe del resto pensare diversamente. Come Gesù Cristo arde dal desiderio che lo riceviamo nella S. Eucaristia, istituita proprio per noi, così Dio desidera che leggiamo ciò che ci ha scritto nella Bibbia.

Gesù Cristo ci dimostrò questo volere di Dio, adempiendolo egli stesso per darcene l’esempio. Di lui, ad esempio, il Vangelo narra che, all’inizio del suo ministero pubblico, fu invitato alla Sinagoga, nel giorno di sabato, a leggere il libro del profeta Isaia.

Il divin Maestro lesse e spiegò dicendo che quel passo lo riguardava. Spesso poi, riferendosi alla Sacra Scrittura, dimostrava che si adempiva in lui quanto era stato profetato. Ciò significa ch’egli conosceva la Bibbia e rimandava ad essa.

Apparso ai discepoli di Emmaus dopo la Risurrezione, si intrattenne con loro su «ciò che nelle Scritture si riferiva a lui, cominciando da Mosè e da tutti i Profeti».2

La volontà di Dio in riguardo alla lettura della Bibbia ci appare ancora dall’insegnamento e dall’uso della Chiesa, l’autentica interprete dei voleri di Dio.3


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Essa ci presenta i libri della Bibbia suddivisi in capi e versetti, in modo che possano essere letti con facilità e frutto.

Molti canoni di Concili e molti scritti di Pontefici, tra i quali particolarmente l’enciclica Providentissimus Deus 4 di Leone XIII, e Spiritus Paraclitus 5 di Benedetto XV, sono una prova lampante del desiderio della Chiesa circa la lettura della Sacra Scrittura.

La Chiesa ha stabilito che la Bibbia costituisse la più gran parte della Liturgia cattolica. I Salmi, ad es., sono la preghiera ufficiale della Chiesa. Quotidianamente nella Messa si leggono passi del Vangelo scelti. Le lettere di San Paolo ed altri passi tolti dai vari libri formano sempre la cosiddetta lezione delle Messe.

La volontà divina in riguardo alla Bibbia è dunque che essa venga letta da tutti gli uomini. Lo disse Dio stesso, lo insegnò Gesù Cristo e lo insegna la Chiesa.




2  * Cf. Lc 24,27.



3  Si accusa generalmente la Chiesa cattolica di proibire la lettura della Bibbia ai semplici fedeli. Ciò non è punto vero. La Chiesa esige soltanto che si leggano versioni approvate e munite di note, giacché la Bibbia è un libro difficilissimo, è facile a fraintendersi. Ai tempi della Riforma, che poneva senz’altra garanzia il testo sacro in mano a tutti, forse ci poté essere stato – per reazione – un maggior rigore; ma la Chiesa ha sempre inculcato e promosso lo studio e la lettura della Bibbia.



4  * Del 1893, sugli studi biblici.



5  * Del 1920, per celebrare il quindicesimo centenario di San Girolamo.






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