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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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2. A satana viene data potestà sopra di noi per due motivi.

       [681]  2. A satana viene data potestà sopra di noi per due motivi: o per punirci quando pecchiamo, come avvenne per Salomone, o per glorificarci quando siamo provati come avvenne per Giobbe. Quando incalza la tentazione, dobbiamo ricordare le parole: «Essendosi a me affezionato, io lo scamperò... Appena m’invoca, io lo esaudirò» (Sl 90,14 s.). Nessuno però tenti se stesso, prendendo le parti di satana, coll’esporsi cioè ai pericoli ed alle tentazioni. Chi disprezza il pericolo o chi confida nelle proprie forze, facilmente cade nel peccato con il consenso.

       «Beato l’uomo che soffre tentazioni, perché quando sarà stato provato, riceverà la corona di vita da Dio promessa a quelli che lo amano. Nessuno, quando è tentato, dica d’esser tentato da Dio, perché Dio non può tentare a fare il male, anzi egli non tenta nessuno; ma ciascuno è tentato, attratto, adescato dalla propria concupiscenza, la quale poi, avendo concepito, partorisce il peccato, e il peccato, consumato che sia, genera la morte» (Gc 1,12-15). Colui che cammina nell’umiltà, sapendo che la sua carne è debole, e a Dio tutto ciò che da Dio gli è chiesto, nella sua pietà sarà soccorso (cf S. Cipriano,De dominica oratione, 26).

 




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