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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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II. - Difficoltà e pretesti.

 

          Ma si fan le prediche... si celebra la santa Messa...

          Non creda un Sacerdote di pregare abbastanza perché dice la Messa, perché recita il Breviario, prepara qualche predica agli altri; no: deve ancora fare l'esame di coscienza, la visita, la meditazione ecc.

          Medito il richiamo di Gesù agli Apostoli: «Usque modo non petistis quidquam in nomine meo; petite et accipietis ut gaudium sit plenum».

          Medito: «Effundam spiritum precum...».

          Ma dobbiamo zelare, lavorare...

          La Congregazione e le anime hanno diritto al tempo che sopravvanza dalla cura a noi stessi, poiché noi siamo come conca che deve riempirsi e versare per troppo pieno sulle anime. Devi servire prima a Dio con la santificazione di noi stessi: «Attende tibi et lectioni».

          Tanto vale un apostolo quanto vale la sua preghiera: per sé e per gli altri: «Posui vos ut eatis et fructum afferatis et fructus vester maneat... Ut quodcumque petieritis Patri det vobis».

          Dopo aver provveduto a noi stessi serviremo alle anime: «Ex hominibus assumptus, pro hominibus constituitur in his quae sunt ad Deum, ut offerat dona et sacrificia...».

          Si dirà: il lavoro è molto, davvero!... Cioè, si risponde, c'è da fare la preghiera; poi, in quanto vi è tempo, il resto.

          Ma vi sono i doveri, vi sono le chiamate. Si risponde: Organizzare tutto bene, ma

 


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nell'ordine delle azioni, preceda la preghiera. Dopo di essa si farà quanto si può; ed in caso di impossibilità si diminuiscono le opere di zelo. Alcuni inconsideratamente si vuotano nei primi anni di ministero di quanto avevano accumulato negli anni di noviziato e chiericato; e poi? il sale diviene scipito e non sarà buono a condire, oramai.

          Si obietta: dobbiamo dare alle anime! Appunto: la madre si nutre per tenersi in vita e per dare il sovrabbondante in latte ai figli; è carità pel prossimo attendere a noi medesimi: «Hoc enim faciens et teipsum salvum facies et eos qui te audiunt».

          Se preghiamo, gioviamo sicuro alle anime, poiché ad esse otteniamo i favori di Dio. Invece, ad esempio, che giova fare una scuola di materie civili se non si lo spirito che vivifica? Forse si darà occasione a superbia e ad altri pericoli.

 

          Nelle Case, quindi, il principio fondamentale:

          Tutto sia fondato sullo spirito di preghiera: prima la Cappella, l'orazione, la Visita al SS. Sacramento, l'esame di coscienza, fedeltà alla confessione settimanale, Rosario quotidiano intero, ecc.

          Al mattino prima di dare alle anime prendiamo per noi e per loro da Dio; quindi il Maestro-Superiore nella Casa raduni i Sacerdoti per fare in comune mezz'ora di meditazione, prima di occuparsi degli altri membri e di altre opere.

 




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