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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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PER L’ANNO SANTO

AI CARI MAESTRI, CONFESSORI

E SUPERIORI DELLE NOSTRE CASE

 

          In quest’anno, santo per eccellenza, vi prego ad insistere tanto sopra questi tre punti:

 

          1. – ANNO DI INNOCENZA. – Innocenza o conservata o riacquistata, e poi difesa e mantenuta con tenacia pia.

          Innocenza: significa Dio con noi. Ora, se Dio è con noi vuol dire grazia, benevolenza, aiuto, difesa, forza, pace, serenità; confidenza in ogni passo, in ogni impresa, in ogni ufficio.

          Il Signore sia con te, o giovane che miri a consacrarti totalmente a Lui, che miri all’altare: sia con te nel lavoro spirituale, negli studi, nell’apostolato. Il Signore sia con te, o religioso, che vuoi conquistare un alto posto in Paradiso e lavori coraggiosamente, con alto ideale. Il Signore sia con te, o Sacerdote, amatore di anime, tutto intento al santo tuo ministero. Quale potenza, quale sapienza, quale grazia avrai? La potenza, la sapienza, la grazia di Dio stesso.

          E che dice la storia della vita di chi portò sempre Dio con ? ed operò, cooperando con Dio? e riferendo tutto a Dio? Furono uomini grandi in opere caritative, apostoliche, intellettuali: per l’umanità, per la patria, per Dio, per se stessi.

          Per il giubileo occorre la vera conversione del cuore, la quale «non consiste semplicemente nello stato di grazia o nell’assenza di ogni peccato grave. Implica un movimento positivo, un atteggiamento cosciente e voluto di opposizione e lotta ad ogni colpa. Occorre combattere e vincere».

          Riguardo al passato: spirito di penitenza e riparazione, per ogni vizio capitale. Riguardo al futuro: l’anima, nel sentimento della propria debolezza e nella previsione di tentazioni, prega, evita le occasioni, è decisa a tutto fare e tutto soffrire, per non offendere mai il Signore volontariamente: né in cose gravi, né in cose lievi.

 

          2. ANNO DI PIETA’ – Si intende la pietà che è indicata nel Regolamento per gli aspiranti; e nelle Costituzioni per i Novizi e Professi: le pratiche di pietà e lo spirito di pietà.

          La pietà è utile a tutto: a crescere nella virtù;

 

         


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progredire nello studio intellettuale e tecnico; riuscire nella vocazione, apostolato, povertà, la salute stessa. Chi prega è illuminato, confortato, rialzato, santificato. Finché non si ritiene la pietà necessaria per noi, così come il pane e l’aria per vivere, saremo insufficienti, vuoti, volubili... Occorre ancorare la vita al Tabernacolo. Solo con la pietà le nostre opere avranno un’anima e frutti stabili e vero valore per l’eternità. Le prime ore, il miglior posto, il maggior impegno siano riservati per le pratiche di pietà. Vi è gran differenza tra chi fa e chi trascura l’esame di coscienza, la Visita al SS. Sacramento, la meditazione. Il Religioso è contento nella misura della sua pietà.

          Vero spirito di pietà. È costituito: da una parte, dall’abituale pensiero della propria fragilità e delle proprie necessità, e, dall’altra, da fiducia filiale nella bontà del Signore, che si vuol compiacere, compiendone con letizia la volontà!

          Volontà di Dio! «Non sicut ego volo». Dio non aiuta chi vuol fare la propria volontà... ma porge la sua grazia largamente a chi vuol conoscere ed eseguire amorosamente il divino volere. Il successo moltissime volte non dipende da noi: ma dipende da noi cercare con tutta la mente, le forze, il cuore il «regnum Dei et justitiam eius».

          Dio stesso lavora per chi lavora per Lui. Disposti dunque sempre a fare come se tutto dipendesse da noi; e pregare e sperare nel Signore come se tutto dipendesse da Lui.

 

          3. – ANNO DI VERITA’. – Quello che è giusto, è giusto; l’ingiusto è ingiusto. Quello che è vero, è vero; quello che è falso è falso. Quello che è buono è buono, il male è male. Innanzi a tutti.

          Verità, giustizia, bontà nella mente, nei giudizi.

          Verità, giustizia, bontà nel cuore, nei sentimenti.

          Verità, giustizia, bontà nelle parole, in ogni discorso.

          Verità, giustizia, bontà nelle opere, in tutta l’attività.

          Aborrire la bugia, l’ipocrisia, l’inganno, la falsità: non solo nelle confessioni e negli esami di coscienza, ma nelle nostre relazioni con le persone vicinissime e con gli estranei. Mai la calunnia, l’esagerazione.

          «Io per una verità sono pronto a dare la vita», diceva uno dei nostri più cari Sacerdoti defunti.


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          Vedere le cose, giudicarle e parlarne considerandole sotto un unico aspetto, o errare per incompetenza, o rischiare giudizi falsi, forse anche sospetti temerari per leggerezza...; voler giustificare l’ingiustificabile entro di noi e nella condotta; lasciarci far velo dalle passioni o volontariamente rimanere nelle tenebre perché non si medita, né ci si lascia dirigere, né si accettano correzioni...; Mancar di parola; essere religiosi e vivere come non esistesse la professione; non restituire le cose avute in prestito; non riconoscere i debiti o non soddisfarli... Sono tutte offese a Dio, danno a noi, rovina per le anime.

          Alle anime dovremmo sempre far la carità di dire la verità; indirizzarle alla piena giustizia, informarle alla vera bontà.

          Il parlare in un modo innanzi agli uni; in altro modo innanzi ad altri; il comportarsi diversamente in pubblico ed in privato, da soli; il tacere il male e mettere in vista il bene, per quanto riguarda noi, e far l’opposto per quanto riguarda altri...: sono cose che meriterebbero il «Guai a voi, ipocriti!»

          Mancando l’esame di coscienza, si arriva talvolta ad estremi dolorosi ed anche ridicoli.

          Predichiamo la sincerità e la rettitudine di coscienza con insistenza.

          Il vostro parlare sia: Sì, sì; no, no. Dio è verità, Dio è giustizia, Dio è bontà: «Imitamini Deum sicut filii carissimi».

          La lingua dica quello che la mente pensa. L’uomo bilingue è in odio a Dio a agli uomini.

          Il giovane che mette a base della sua educazione la veracità e la schiettezza; che viene formato alla rettitudine e alla giustizia con profonda convinzione, con coscienza onesta, vera, retta... sarà nella sua vita benedetto da Dio, avrà molti successi buoni, sarà amato dagli uomini. Così il Religioso, il Sacerdote, il Paolino.

 

(Dalla meditazione per il Natale del P. Maestro).

 




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