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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
II. - L'Apostotato del cinema
Per il CINEMA è bene rifarsi all'Enciclica «Vigilanti cura» di Pio XI.
«Questi mezzi potentissimi di divulgazione, come il cinematografo, che possono riuscire, se ben governati dai sani principi, di grande utilità all'istruzione ed all'educazione, vengono purtroppo spesso subordinati all'incentivo delle male passioni ed all'avidità del guadagno».
«La potenza del cinematografo sta in questo che esso parla mediante l'immagine», scriveva allora il Papa: ma oggi all'immagine si è associata la parola, la musica, il colore naturale ed anche il rilievo, cose che ne hanno ancora accresciuta l'attrattiva e l'influenza.
Conchiudeva il Papa: «È adunque una delle necessità supreme del nostro tempo vigilare e lavorare...».
Il problema sarebbe risolto alla radice, se si potesse avere una produzione informata pienamente ai principi della morale cristiana. Non sarà mai troppo ampia la nostra lode a tutti quelli che si sono dedicati e si dedicheranno al nobilissimo intento di elevare la cinematografia ai fini dell'educazione ed alle esigenze della coscienza cristiana.
Utile ricordare ancora la parola di Pio XII ai quaresimalisti del 1949: «Quando si pensa da una parte alle nauseanti crudezze ed impudicizie che si mettono in mostra nei giornali, nelle riviste, sullo schermo, sulle scene; e, d'altra parte, alla inconcepibile aberrazione di genitori che vanno coi loro figli a dilettarsi di tali errori, il rossore sale sul volto: rossore di vergogna e di sdegno... Grazie al cielo, in alcune nazioni i cattolici lavorano metodicamente e con felice successo per la moralità dei pubblici spettacoli».
Il Cinema ha maggior effetto della stampa perché sono più numerosi gli spettatori, e perché agisce su un maggior numero delle facoltà umane.