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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
III. - L'Apostolato della radio
La radio aggiunge qualcosa alla stampa, pur senza sostituirla in tutto. Essa fu definita: «una seminatrice di bene e di male che getta i suoi chicchi a germinare nel mondo». Ed i programmi delle varie trasmittenti lo provano. La sua funzione è preziosissima ed oggi indispensabile: ma sempre piena di responsabilità.
Pericoli: la radio viene in casa con la parola. Essa ha preso piede al punto di far come parte della vita familiare. Pochissimi sono i radio-ascoltatori che aprono l'apparecchio ad ore fisse per determinati programmi. Il pubblico dei radio-ascoltatori va dai bambini sino agli uomini più maturi; al popolo, alla famiglia, al ceto colto. Se il programma non è del tutto castigato che succede? Occasione grave per i deboli. Chi sta al microfono non ha neppure il ritegno dell'amor proprio, né può sapere a chi arriva la sua parola.
Apostolato. I più grandi tra i nostri santi si attaccherebbero oggi al microfono per lanciare in fervore di spirito ed esultanza di cuore il loro messaggio di verità, giustizia e pace. Impossibile non pensare al comando di Gesù Cristo: «Predicate il Vangelo ad ogni creatura; ciò che vi dico nell'intimità, annunciatelo sui tetti». Riflettiamo che era riservato ai nostri tempi attuare alla lettera il divino mandato di Gesù Cristo: «La mia parola sarà predicata nell'universo mondo».
Supera stampa e cinema perché sono ancor più numerosi i radio-ascoltatori ed è meno soggetta a controllo.