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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Nel 1937 per la festa di S. Giuseppe ho scritto:
1) «Riempite le case di fanciulli buoni per educarli delicatamente alla nostra missione... Case piene di fanciulli aspiranti sono case di avvenire, benedette da Dio e dagli uomini... come per le famiglie numerose.
2) Amerei che in questo anno faceste una più larga, intensa, pia ed intelligente ricerca e cultura dei Discepoli. I Discepoli sono cari come la spina dorsale della Congregazione; da essi io spero dei Santi; servi fedeli del Padre Celeste, riparatori delle offese che si fanno a Gesù Maestro, ricchi di grazia e di Spirito Santo.
Leggete loro spesso S. Corrado da Parzham,
San Gabriele dell'Addolorata, S. Ignazio da Laconi, il B. Felice da Nicosia, il Padre Santo da Genova, Vigolungo Maggiorino, Savio Domenico, S. Francesco d'Assisi, S. Felice da Cantalice, S. Alfonso Rodriguez, S. Benedetto da Norcia, ecc.
I Discepoli in alcune cose precedono, in altre affiancano, in altre seguono. Essi sono Discepoli! quindi in continua formazione, e camminano secondo le ascensioni spirituali ed apostoliche dei Sacerdoti. Si sostengano in tale cammino: diversamente il loro regresso è immediato e fatale...
La cura dei Discepoli è più difficile in alcuni punti che quella degli aspiranti al Sacerdozio».
Ora aggiungerei: Abbiamo avuto ed abbiamo buoni Maestri dei Discepoli; pochi, però; chiediamone di più al Maestro Divino.