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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Molte grazie e benedizioni ha concesse il Signore alle case del Giappone, Filippine, India: ne ho ringraziato il Signore in quest'ultima visita (12 aprile - 22 Maggio 1953). Sia questo di conforto ed incoraggiamento ai cari Fratelli, che sono generosi e pieni di dedizione ed affezionatissimi alla Congregazione ed alla Casa Generalizia. È una larga effusione di Spirito Santo nei cuori di tutti. Se discende lo Spirito di Dio, nuove vite e nuove case sono create. Dove manca la vita le case languiscono e muoiono: «Emitte Spiritum tuum et creabuntur».
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Nel Giappone un noviziato di otto Discepoli. Si sta lavorando per elevare la casa del vocazionario di Tokio di un altro piano. A Fukuoka si sta pure lavorando per ampliare e migliorare il vocazionario. – Le edizioni proprie, oltre il settimanale cattolico e la rivista per le famiglie, sono trecentoquattordici.
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Nelle Filippine si è molto sviluppato il vocazionario, con spazio e casa convenienti, con una bella tipografia di buone speranze. Presto uscirà il primo numero del periodico «Famiglia Cristiana», per cui si farà una larga propaganda.
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In India: una lieta conoscenza con un bel numero di aspiranti che subito si fanno amare per la loro pietà, regolarità, dedizione all'apostolato ed impegno nello studio.
Dopo tanti sacrifizi e lavoro preparatorio del passato, si è arrivati ad una promettente fioritura di vocazioni: tutti si spendono e sopraspendono perché i fiori si risolvano in copiosi frutti.
A Bombay ho benedetta la prima pietra della nuova casa; di cui vi è vero bisogno e che sarà pronta tra pochi mesi.
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Ovunque lo Spirito Santo ha effuso un vivo attaccamento alla nazione ed al proprio campo di lavoro, sino a chiedere di rimanervi tutta la vita e riposare in mezzo al popolo cui si sentono così spiritualmente legati.
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Le divozioni al Divin Maestro Gesù, a Maria Regina Apostolorum, a S. Paolo Apostolo vanno diffondendosi largamente; le nostre statue, immagini, libri, nelle cappelle, case, parrocchie ne sono anche un segno esterno.
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Sono ovunque segnate nelle nostre cappelle le espressioni: «Di qui voglio illuminare; non temete, io sono con voi; abbiate il dolore dei peccati».
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Gesù è presente eucaristicamente nelle nostre case: è il Maestro Divino che vuole confortare, sostenere, illuminare prima noi, suoi amici: «vos amici mei estis»; poi gli uomini tutti, per mezzo dell’apostolato, attraverso ai mezzi più celeri ed efficaci. Dice infatti il Divino Maestro: «Ego sum lux mundi»; ed aggiunge:
«Vos estis lux mundi». Egli la luce: noi la riceviamo e la riflettiamo sopra le anime. Il Signore si è degnato di farci partecipi e, anzi, farsi visibilmente sostituire nel suo ministero di Maestro dell'umanità. Egli è nel tabernacolo: da esso noi riceviamo e diamo.
In ogni casa è stato benedetto ed esposto nei vari locali il testo del Vangelo, chiedendo per noi quattro grazie: riprodurre il Vangelo; custodire in onore il Vangelo; leggere secondo lo spirito della Chiesa il Vangelo; diffondere ovunque il Vangelo.
Anche le giornate del Divin Maestro o feste del Vangelo vanno estendendosi; sempre secondo le circostanze di luogo, di tempo, di persone.
La propaganda protestante si fa sempre più accesa. Anche molte forme di paganesimo vi aderiscono ed accolgono e leggono il Vangelo. Facciamo conoscere la differenza essenziale nel modo di leggerlo ed interpretarlo: i protestanti secondo lo spirito privato, i cattolici secondo la mente e la dottrina della Chiesa. A ciò giova, in modo chiarissimo, il commento fatto con note catechistiche. La Chiesa è maestra di fede, di morale e di preghiera: essa tutto ricava il suo insegnamento dal Vangelo scritto e tramandatoci con insegnamento orale.
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Fiducia nel Signore e nell'apostolato! Le case nostre cominciano tra notevoli difficoltà di vario genere; ma è di conforto l'assicurazione «Non temete, io sono con voi».
Nel Signore: «...li mandò due a due innanzi a sé in ogni città e luogo dove Egli era per andare. E diceva loro: La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai alla mietitura. – Andate, ecco io vi mando come agnelli tra i lupi. – Non portate né borsa, né sacca, né calzari; e per la strada non salutate alcuno! (Modo ebraico di dire per esortare a non fermarsi in oziosi colloqui)... L'operaio è degno della sua mercede. Non girate di casa in casa». (S. Luca).
Curare la beneficenza: è chiaro che si
deve ricevere per nutrimento del corpo da quelli cui si porta il nutrimento dello spirito. Il Signore muoverà i cuori: preparerà provvidenze inattese: purché ci mostriamo poveri, come siamo, e attendiamo da Dio attraverso gli uomini. La beneficenza serva all'acquisto dei primi mezzi di apostolato! Una libreria è facile ad aprirsi. La vita paolina comprende un apostolato così moderno ed attraente che, ben presentata, entusiasma i giovani: si potranno così avere facilmente vocazioni.
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Fiducia nell'apostolato! In ogni Nazione il nostro apostolato può dare il necessario per vivere e sviluppare le vocazioni: occorre intendere ed imitare quanto si è veduto fare sin dall'inizio dell'Istituto; avere in venerazione il modo provvidenziale secondo cui è nato e si è fatto adulto. La parola mormorazione non si dovrebbe mai dire! ma non si trova altra espressione che meglio significhi per quale via il demonio abbia tanto ritardato e distrutto. Lo scrivo con le lacrime agli occhi; lacrime che non sono una momentanea commozione, ma sono di anni e sono state spremute dal succedersi di fatti, varii nella valutazione, ma sempre cause di rovine. Fiducia tuttavia nel Signore! Egli è sempre più buono di quanto noi possiamo essere stati fragili, deboli, pusillanimi, insipienti.
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Con questa esperienza, perciò, e con lo spirito di fede sarà sicurezza di risurrezione e vita la disposizione dello spirito contrito ed umile: «Cor poenitens tenete». Chi legge epistole e vita di S. Paolo se ne persuade sicuramente. Egli scompariva col suo essere, poi si ergeva con sicurezza di riuscita forte dell'armatura da lui descritta nelle sue lettere. Se si arriva a segnarci con convinzione con la croce dell'umiltà e della confidenza di S. Francesco di Sales, saremo sicuri della nostra santificazione e del successo nelle opere di apostolato: «Da me nulla posso, con Dio posso tutto, per amor di Dio voglio far tutto, a Dio 1'onore, a me il disprezzo».