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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
PER I DISCEPOLI
Avete fatto un bell’atto di fede ed avete mostrato il vostro amore alla Congregazione, che tutti ci ha accolti e nutriti senza alcun nostro merito, determinando voi stessi il fine dei miglioramenti per voi:
1) ottenere una maggior unione tra Sacerdoti e Discepoli: infatti l’unione fondata sopra la carità soprannaturale costituisce il bonum sociale da cui provengono molti beni e pace serena.
2) Una sempre più illuminata, attiva e sentita partecipazione alla vita della Congregazione, da parte dei Discepoli.
3) Ed in tali mezzi meglio conseguire i fini per cui siamo qui entrati: lavorare per la santificazione e dedicarci più efficacemente all’apostolato nostro.
Così mi hanno detto i Discepoli più responsabili. Molto bene! E così siamo sopra la buona via: ogni altra considerazione sarebbe deviazione... Voi invece avete detto: non vogliamo commettere errori.
* * *
A tutti è aperta la porta della vita religiosa, come più volte abbiamo stampato: al pittore, all’avvocato, all’ingegnere, al medico, al musico, al cinematografaro, al pubblicista, al professore, al ragioniere, ecc., senza rinunciare alla loro professione. Troverebbero a S. Paolo, restando Discepoli, un lavoro larghissimo (più che i compositori). Cercate tali vocazioni, sono desideratissime! Solo se chiedono e mostrano vocazione, dopo seria riflessione, sarebbero ammessi agli studi sacri.
Quando è che vi è scienza e quando no?
In un paolino sempre ed in ognuno vi deve essere la scienza relativa allo stato religioso, costituzioni, catechismo, ascetica, liturgia, storia sacra, storia della Chiesa ecc.
Oltre questo: il Sacerdote sa: quando conosce le materie proprie e necessarie per fare il buon sacerdote e scrivere; non è disonore per lui ignorare la medicina, l’ingegneria ecc.
Il Discepolo sa: quando conosce bene il suo apostolato e sa ben compierlo; tutti lo rispettano. Non è disonore per lui ignorare la teologia, la sociologia, le leggi civili ecc.
Le cause delle defezioni sono due: o mancanza di vocazione od incorrispondenza alla vocazione per difetto di pietà, o di virtù o sopratutto di spirito di fede.
I Discepoli carissimi si impegnino a divenire capi-reparto: questo è il desiderio vivissimo di tutti ed occorre tutto il loro impegno. Ma diventare, davvero, capaci!
Non bastano gli studi fatti in gioventù, né per il Sacerdote, né per il Discepolo: occorre che sempre, anche come professo perpetuo o Sacerdote si continui ogni giorno un poco! anche in Domenica... Si lavora assai; ma presso alcuni vi sono ancora perdite di tempo.
La Congregazione ha dato a voi, a me e a tutti molto di più di quanto si è promesso. Io sempre ne ringrazio il Signore: solo un cieco non lo capirebbe. Ma meditando lo capiremo e ne benediremo il Signore in vita, più in morte, sopratutto nell’eternità: Exultate, justi, in Domino.
Sempre meglio! dunque; e sempre più.
carissimi Discepoli del Divin Maestro, guardate a San Paolo. Nella verità, nella bontà, nella pace. Poi: Paradiso!