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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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POVERTA’ RELIGIOSA

          Vi sono Ordini mendicanti, contemplativi, attivi, e contemplativi ed attivi assieme. Tutti, se approvati dalla Chiesa, sono da lodarsi.

          La vita religiosa non può essere l'aspirazione di chi vuol vivere senza faticare; di chi non lavora; di chi si rifugia ed accetta la vita del convento per evitare la sua parte di combattimento nell'apostolato.

          La vita religiosa ben intesa e meglio vissuta è quella praticata da Gesù Cristo, da Maria Santissima, da San Giuseppe.

          La vita veramente religiosa implica la maggiore attività: il lavoro di santificazione, la preghiera, lo zelo, la necessità di essere della schiera che è a disposizione del Papa per le opere di carattere generale... È la vita più faticosa, e costituisce una continuata abnegazione e redenzione.

          Il consiglio e concetto di povertà, come lo ha praticato e predicato Gesù Cristo, è costituito da due elementi, come ogni comandamento: uno negativo e l'altro positivo: abnege et sustine. È proibita l'amministrazione e l'uso indipendente, e di far proprio il frutto dell'attività; ed il religioso di voti solenni è incapace di possedere. È invece comandato il lavoro e gli


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uffici, secondo lo spirito e le Costituzioni; come pure vi è obbligo di aver cura delle cose di proprietà dell'istituto e dei mezzi tecnici (art. 237), «che diventano come sacri nella divulgazione del Vangelo e della dottrina della Chiesa, e secondo il loro uso e perfezione daranno frutti più copiosi». Questo, dai libri alla penna, alla macchina, agli apparecchi, ecc. (art. 239): «Il lavoro tecnico per l'apostolato diventa come sacro...». Ma l'opera dell'uomo nel lavoro è sempre più nobile et pretio aestimabilis che il capitale e lo strumento di lavoro.

          La questua e la beneficenza vengono dopo che si è adempito il dovere del faticare, e si è cercato di vivere del proprio ministero, fatica, altare. Esse serviranno per le nuove iniziative di vantaggio pubblico, per cui il pubblico, cioè il prossimo, perché se ne avvantaggerà, avrà pure il dovere di contribuire ad incrementare tali opere. Così sarà della costruzione delle chiese, dei vocazionari, delle opere caritative, dei mezzi di apostolato.

          Dice il Papa Pio XII: «Il lavoro è norma e legge fondamentale della vita religiosa fin dalle sue origini, secondo il motto prega e lavora. E senza dubbio, le norme disciplinari della vita monastica, in gran parte furono stabilite per comandare, ordinare ed eseguire il lavoro».

          Gesù Cristo fu «il falegname del paese» sino a trent'anni; poi nel ministero pubblico per annunziare il Vangelo, fondare la Chiesa, formare le sue vocazioni, ecc. ricorse alle offerte. E teneva d’acconto! esigendo anche che si raccogliessero le briciole ed i pezzi del pane miracoloso avanzato, e che gli Apostoli raccogliessero le spighe cadute dalle mani dei mietitori anche se era sabato.

          Il popolo, quando non ha la testa sconvolta da false ideologie, comprende le necessità; e quando vede che si opera a suo vantaggio e si amministra saggiamente secondo rettitudine e prudenza, sarà generoso. Nonostante le più sagge leggi e provvidenze sociali, notano Leone XIII, Pio X, Pio XII, vi sarà sempre un larghissimo campo per la carità: «semper enim pauperes habetis vobiscum»; e sempre vi saranno nuovi bisogni nella Chiesa, per le nuove opere richieste dai tempi. Gesù Cristo mandò i suoi Apostoli senza denaro, senza corredo di vestiti, senza provviste di cibi; e gli Apostoli, ritornati dalle loro missioni ed interrogati dal Maestro, dichiararono che nulla era loro mancato.

          La vita religiosa per i pigri è sotto un aspetto una disgrazia grossa; essi non hanno l'intelligenza soprannaturale del lavoro e lo sfuggono (e chi non può inventare pretesti per


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dispensarsene?) sapendo che per l'ora del pasto sarà pronta la mensa. Se fossero stati nel mondo avrebbero lavorato per la legge della necessità... ed avrebbero un conto meno grave da rendere a Dio, e darebbero meno scandalo in comunità, e sarebbero più virtuosi.

 




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