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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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GESU' CRISTO REDENSE
L'UOMO DALL'ERRORE

 

          La caduta dei progenitori fu in primo luogo un grosso errore: «Saprete il bene ed il male, sarete simili a Dio», suggerì il principe della menzogna. Da allora l'uomo cadde di errore in errore. Né i filosofi antichi potevano essere sufficienti per l'uomo. Perciò al genere umano, nella presente condizione causata dal peccato originale, era moralmente necessaria la rivelazione per conoscere speditamente, in modo sicuro, senza errore, il complesso delle verità riguardanti la religione. Gli errori si sarebbero


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sempre moltiplicati; come stanno anche oggi moltiplicandosi presso coloro che rigettano od ignorano la rivelazione divina.

          Quanto poi alle verità religiose soprannaturali, la rivelazione fu necessaria in modo assoluto, se l'uomo doveva essere elevato all'ordine soprannaturale.

          Questa è la prima parte della redenzione: Gesù Cristo redense l'uomo da innumerevoli errori e dall'ignoranza, conseguenza del peccato originale.

          Chi ricusa la verità costruisce sopra l'arena un edificio vacillante; i suoi sforzi, opere, ministeri, apostolati non sussisteranno a lungo. Anche la storia lo conferma. Chi ricusa Cristo-verità sarà guidato dalla bugia, inganno, illusione.

          Sul piedistallo di una statua eretta nel monastero di Fulda a S. Bonifacio fu inciso: «Veritas Domini manet in aeternum». Chi costruisce sul Vangelo e per il Vangelo eleverà un edificio che non cadrà, nonostante i venti e le tempeste.

 




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