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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
L'ideale è un chiaro,
preciso e limpido punto di arrivo, una scalata da compiere, una vittoria da
conseguire; capace di organizzare tutte le nostre facoltà spirituali,
soprannaturali, fisiche; tutti i mezzi interni ed esterni per un fine nobile e
santo; eleva l'individuo e lo stabilisce nella sua missione sociale secondo la
vocazione. È un'idea fissa, ossessionante. Esempio: «Cristo ideale del monaco»;
«Cristo ideale del Pastore»; «Cristo ideale di santità; «Vivere Paolo»; «Vita
d'unione
con Maria»; «L'anima di ogni apostolato»; «Andate, predicate, battezzate tutte le genti»; «Non excidet»; «Frangar non flectar»; «Vivit in me Christus»; «Estote perfecti», ecc.
L'ideale raccoglie specialmente i pensieri utili al fine, toglie quelli inutili o contrari. È simile ad una massa di acqua per una centrale elettrica, raccolta da mille piccole sorgenti e rigagnoli.
La vita è una cosa seria, da essa dipende un'eternità: «Voglio viverla!» conchiudeva un audace. «O felice colui che trova il guado - di questo alpestre e rapido torrente - che ha nome vita e che a molti è sì a grado» (Petrarca).
L'ideale è una linea da seguire, un programma per il massimo rendimento temporale ed eterno della vita. Si concepisce con la mente e si ama svisceratamente. «Non distrazioni, come un annoiato della vita; ma con gusto, pazienza, giocondità e genio». Essere, non apparire!
L'ideale vivo ed operante poco per volta diviene una mentalità: allora abbiamo l'idea-forza, perché corroborata da tanti elementi.