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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
“Amerai il Signore con tutta la mente”
La redenzione o instaurazione consiste nel restaurare l'uomo, ristabilire questo monumento della sapienza, potenza, bontà di Dio: «Faciamus hominem ad imaginem et similitudinem nostram» (Gen. 1, 26). A somiglianza di Dio – Uno e Trino –; monumento che il barbaro – il demonio – ha sfregiato, deturpato e, nella parte più bella, ha abbattuto; ma di cui è rimasta l'ossatura «mente, volontà, sentimento». Allora il Figlio, che ne aveva fatto il magnifico disegno, venne a restaurarlo; e giacché si trattava, in parte, addirittura di rifacimento, tornò a tracciarne il disegno; e lo migliorò; anche perché Dio, che aveva subìto l'affronto peccaminoso, avesse una condegna riparazione non solo, ma accrescimento di gloria: «Cerco la gloria di Colui che mi ha mandato».
L'uomo nella creazione fu il capolavoro di Dio: posto tra la pura materia e lo spirito, anello di congiunzione: composto di corpo e di anima, con lo scopo di signoreggiare la natura sensibile e farsi voce e sacrificium laudis, a Dio.
Dio è Uno, ma pure Trino; onde Dio volle ornare l'uomo di tre facoltà, di cui ciascuna ha impronta di una Divina Persona: la volontà del Padre, l'intelligenza del Figlio, il sentimento dello Spirito Santo: divino capolavoro di Dio Uno e Trino.
Ma quando il Padre vide questo stupendo capolavoro che gli riassumeva il creato visibile ed il creato invisibile ed era una stupenda edizione, immagine e fotografìa di sé, trasalì di gioia come l'artista che, scolpito il meraviglioso Mosè, lo contemplò estasiato di tanta bellezza e vigore, e quasi dimentico che si trattava di marmo gli scagliò lo scalpello esclamando: «Perché non parli? Perché non circola in te la vita?».
Nello stesso modo Dio
disse: «Facciamo circolare in questo essere, l'uomo, la vita divina e sia anche
nostra somiglianza». Elevò la mente, la volontà, il sentimento dell'uomo a
partecipare della sua stessa vita; e l'uomo fu innalzato a partecipare alla
vita divina, stato soprannaturale; fu allora un mistero di potenza, di sapienza
e di bontà,
per cui l'uomo non era più solo uomo, ma il figlio di Dio: un uomo sopra l'uomo; un monumento divino sopra il monumento umano.
Il peccato distrusse tutto questo monumento divino e sfregiò anche il monumento umano.
L'Architetto divino, il Figlio, presentò un disegno in seconda edizione, rifatta, corretta, e migliorata; piacque al Padre, che mandò il Figlio stesso ad eseguirlo.
Venne: confermò la verità, i comandamenti, la vera pietà, con l'autorità che veniva da Dio: «Sicut potestatem habens, et non sicut Scribae eorum et Pharisaei» (Mat. VII, 29). Aggiunse verità divine, precetti divini, culto nuovo e divino; perché l'uomo arrivasse a vedere, possedere, godere Dio in cielo. Onorare Dio Uno e Trino, vivere la vita eterna e divina. Meraviglia sopra meraviglia. Il demonio fu sconfitto, giacché vede l'uomo felice in cielo, essere più potente, sapiente, felice.
E ciò che più vale: le azioni umane, nell'esercizio retto della mente, volontà, sentimento, compiute in Cristo sono assorbite e fatte come proprie da Gesù Cristo; perciò elevate a produrre nuova ed immensa gloria a Dio e grazia e merito a chi le compie. Attraverso a questo passaggio obbligato, il Mediatore Cristo, si mutano in sue operazioni; come gli atti dell'uomo, anche più volgari, esempio, dar un passo, se ordinati dalla ragione divengono umani.
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