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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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«SOLLICITE, CURA TEIPSUM»

 

          Pio XII aggiunge: «Tutti i Santi e le Sante hanno sempre considerato la fuga e l'attenta vigilanza per allontanare con diligenza ogni occasione di peccato come mezzo migliore per vincere in questa materia: purtroppo, però, sembra che oggi non tutti pensino così. Alcuni sostengono che tutti i cristiani, e soprattutto i sacerdoti, non devono essere segregati dal mondo, come nei tempi passati, ma devono essere presentati al mondo e, perciò, è necessario metterli allo sbaraglio ed esporre al rischio la loro castità, affinché dimostrino se hanno o no la forza di resistere. Quindi i giovani chierici devono tutto vedere, per abituarsi a guardare tutto tranquillamente e rendersi così insensibili ad ogni turbamento. Per questo permettono loro facilmente di guardare tutto ciò che capita, senza alcuna regola di modestia; di frequentare i cinematografi, persino quando si tratta di pellicole proibite dai censori ecclesiastici; sfogliare qualsiasi rivista, anche oscena; leggere qualsiasi romanzo, anche se messo all'Indice o proibito dalla stessa legge naturale. E concedono questo perché dicono che ormai le masse di oggi vivono unicamente di tali spettacoli e di tali libri; e, chi vuole aiutarli, deve capire il loro modo di pensare e di vedere. Ma è facile comprendere quanto sia errato e pericoloso questo sistema di educare il giovane clero per guidarlo alla santità del suo stato. “Chi ama il pericolo perirà in esso” (Eccli. 3, 27). Viene opportuno l'avviso di S. Agostino: “Non dite di avere anime pure, se avete occhi immodesti, perché l'occhio immodesto è indizio di cuore impuro”.

          «Un metodo di formazione così funesto, poggia su di un ragionamento molto confuso. Gesù Cristo disse dei suoi Apostoli: “Io li ho mandati nel mondo”; ma prima aveva detto di essi: “Essi non


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sono del mondo; come neppure io sono del mondo'', e aveva pregato con queste parole il suo Padre Divino: “Non ti chiedo che li tolga dal mondo, ma che li liberi dal male”. La Chiesa, quindi, che è guidata dai medesimi princìpi, ha stabilito norme opportune e sapienti per allontanare i sacerdoti dai pericoli in cui facilmente possono incorrere, vivendo nel mondo; con tali norme la santità della loro vita viene messa sufficientemente al riparo dalle agitazioni e dai piaceri della vita laicale.

          «A più forte ragione i giovani chierici, per essere formati alla vita spirituale ed alla perfezione sacerdotale e religiosa, devono venire segregati dal tumulto secolaresco, prima di essere inseriti nella lotta della vita; restino pure a lungo nel Seminario o nello Scolasticato per ricevervi un'educazione diligente ed accurata, imparando poco alla volta e con prudenza a prendere contatto con i problemi del nostro tempo, conforme a quanto scrivemmo nella Nostra Esortazione Apostolica Menti Nostrae (1950).

          «Nel resto vale la parola di S. Paolo in riguardo ai pensieri: “quaecumque sunt vera, quaecumque pudica, quaecumque justa, quaecumque sancta, quaecumque amabilia, quaecumque bonae famae, si qua virtus, si qua laus disciplinae, haec cogitate».

                                                (continua)

 

          SAC. G. ALBERIONE

 




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