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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Chi lo vuole può ogni giorno ricevere Gesù-Ostia, il Figlio di Maria, il frutto benedetto del suo seno. Nell’anima monda dal peccato, Gesù si adagia come in un nuovo presepio; e fa con noi una unione fisica e spirituale, trasformante e di sua natura permanente.
Il P. Lebreton, compendiando la dottrina di S. Giovanni, scrive: «Nell’Eucaristia si compie l’unione di Cristo con i fedeli e la vivificante trasformazione che ne è il frutto. Non è solo un’adesione per mezzo della fede o del sentimento, ma una nuova unione realissima e spiritualissima», una vera unione fisica che importa la fusione di due vite; o, meglio, la partecipazione nostra alla vita stessa di Gesù Cristo.
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Unione fisica. È di fede che nell’Eucaristia vi è veramente, realmente, sostanzialmente il corpo, il sangue, il cuore, l’anima e la divinità di Gesù Cristo. Tutto il Cristo, come Maria lo adagiò Bambino sulla paglia del presepio; e lo adorò con S. Giuseppe, i pastori, i Magi.
Nella Comunione si riceve, dunque, fisicamente tutto Gesù Cristo. Siamo non solo tabernacoli, ma pissidi; e, più che pissidi materiali; perché l’uomo è essere vivente. E gli angeli vengono ad adorarlo e verso di cui34 dobbiamo aggiungere le nostre adorazioni alle loro.
Vi è un’unione simile a quella che esiste tra il cibo e l’uomo che l’assimila; «caro mea vere est cibus, sanguis meus vere est potus». Vi è anzi, un immenso privilegio: l’elemento inferiore viene trasformato nel superiore; e nella Comunione non è l’uomo che assimili e trasformi il pane eucaristico; ma Gesù-Ostia che trasforma l’essere nostro in Lui.
S. Agostino fa dire
al Signore: «Io sono il cibo dei grandi, cresci e mi mangerai; ma non sarai tu
che trasformi me in te, come il cibo corporale; sarai, invece, tu trasformato in me». La carne, poco per volta, viene più sottomessa allo spirito, riceve un germe di immortalità, «ego resuscitabo eum in novissimo die».
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Unione spirituale. È l’unione che si perpetua anche quando le Specie Sacramentali sono consumate: «Qui manducat meam carnem et bibit meum sanguinem in me manet et ego in eo».
Gesù si unisce a noi per fare un solo cuore, una sola anima: «cor unum et anima una».
La mente di Gesù, vero sole delle anime, illumina la intelligenza nostra con gli splendori della fede; e fa vedere tutto e ci fa giudicar tutto alla luce di Dio; tocchiamo allora con mano la caducità dei beni della terra, la follia delle massime mondane; assaporiamo le massime del Vangelo così contrarie ai naturali nostri istinti. Seguirà anche un effetto sopra la memoria e la immaginazione; poiché la memoria e la immaginazione così ben regolate e così sante si uniscono alle nostre facoltà per disciplinarle ed orientarle verso Dio e le cose divine, volgendoci verso l’incantevole sua bellezza e l’inesauribile sua bontà, e verso il ricordo dei benefici divini ricevuti.
La sua volontà, così forte, così costante, così generosa, viene a correggere le nostre debolezze , la nostra incostanza, il nostro egoismo, comunicandoci le divine sue energie, tanto da poter dire con S. Paolo: «Io posso tutto in colui che mi fortifica». Ci pare allora che gli sforzi non ci costeranno più, che le tentazioni ci troveranno incrollabili, che la perseveranza nel bene non ci spaventi più, perché non siamo più soli ma aderiamo a Cristo come l’edera alla quercia e ne partecipiamo quindi la fortezza.
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