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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Terzo principio: il Cristo è Vita.
Il Verbo è principio della vita naturale e soprannaturale assieme.
A Dio solo spetta
essere la Vita. Tutti gli altri esseri sono partecipi della vita, ma non sono
la vita. Da tutta l'eternità, invece, e per sua propria
natura Cristo è la vita allo stesso modo che è verità, perché Dio da Dio.
Vi è una vita assai migliore e infinitamente più preziosa, generata dall'opera benefica di Cristo stesso, la vita della grazia, cioè, cui fine beatissimo è la vita di gloria, alla quale debbono essere ordinati pensieri ed atti. In ciò consiste tutta la forza della dottrina e delle leggi cristiane, che «morti al peccato, viviamo alla grazia» (I Pietro, 2, 24), cioè alla virtù e alla santità, nelle quali consiste la vita morale dell'anima con la sicura speranza della beatitudine eterna.
Gesù Cristo stesso, che semina e feconda e matura in noi la fede, conserva ed alimenta in noi la vita morale, e questo fa soprattutto mediante il ministero della Chiesa. Ad essa, infatti, con benevolo e provvidentissimo consiglio, ha affidato l'amministrazione di quei mezzi che generano la vita di cui noi parliamo, la conservano, dopo averla generata, e la rinnovano qualora si sia estinta.
«Chi non rimane in me sarà gettato via come tralcio e seccherà e, raccolto, sarà gettato nel fuoco a bruciare» (Giov. 15, 6).
Per le nazioni: «Come mai, con tanto impegno per stabilire ed accrescere la prosperità pubblica, ogni giorno più soffrono gli Stati in questioni di capitale importanza e appaiono come infermi?
In tanto contrasto di passioni, fra sì gravi pericoli, non rimane che cercare un rimedio efficace. Reprimere i delinquenti, ingentilire i costumi popolari, e con ogni mezzo prevenire i misfatti emanando provvide leggi, è buono e necessario, ma non è tutto. Occorre cercare il miglioramento dei popoli più in alto, fare appello ad una forza superiore alla umana, che tocchi direttamente le anime e le renda migliori rinnovandole nella responsabilità del dovere».
«Richiede dunque il bene comune che si ricorra a Gesù Cristo Via, Verità e Vita».
Il Papa rifacendosi all'inizio dell'Enciclica dice che la vera pietà manifestata nell'Anno Santo gli è di buon auspicio per il nuovo secolo; è la pietà verso Gesù Cristo Via, Verità e Vita.
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La Famiglia Paolina l'ha accolta come una sacra eredità; sapendo che ricevere Gesù Cristo secondo i «tre principi necessari per la salvezza» è questione di vita o di perdizione per tutti e riceverlo più pienamente significa essere paolino. «Non est in alio aliquo salus. Nec enim aliud nomen est sub coelo datum hominibus, in quo oporteat nos salvos fieri». Se Gesù Cristo è la salute unica e piena, è necessario in lui solo cercarla; e quanto più si parteciperà di Lui, si vivrà in sanità spirituale. Vivendo il Cristo integralmente, tutto l'uomo sarà sano: sana la mente, sano il cuore, sana la volontà, il corpo sano, moralmente «futurae gloriae nobis pignus datur».
Sia benedetto il Signore! che ci innestò nella buona Oliva, Gesù Cristo, nel nome, sull'esempio e l'intercessione di S. Paolo. Sarà vera anche per noi l'affermazione che S. Paolo faceva di sé: «Vivit vero in me Christus». Ogni Apostolo porta la sanità e la vita agli uomini, in parte morti spiritualmente, in parte malati di mente, di volontà, di cuore; così come l'Apostolo Divino «habemus apostolum Christum Iesum» che disse: «Non hanno bisogno del medico i sani, ma gli infermi» e «Io sono la risurrezione e la vita». L'Apostolo, come medico, dà la salute ai malati e la vita della grazia ai morti.
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Con un'ora di adorazione su tale Enciclica si avrà una degna conclusione dell'anno dedicato a San Paolo Apostolo.