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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Vi è un discreto numero di figliuole che desidera consacrarsi al Signore in una vita di maggior perfezione e dedicarsi nello stesso tempo ad un apostolato per la salvezza delle anime. Ma non amano l'abito religioso; o hanno uffici in società che non conviene abbandonare; o salute non adatta ad una vita pienamente in comune; o vorrebbero un apostolato più moderno e corrispondente ai bisogni attuali; od una vita, ben diretta, ma di tanta libertà nell'iniziativa, così da esplicare le tendenze, e tutti i talenti propri; od a maggior agilità nell'intervenire alle necessità nuove, pur sempre sotto la sicurezza di agire col merito dell’obbedienza.
Si propone a tali giovani un Istituto di forma laicale secondo le norme della Costituzione Apostolica «Provida Mater Ecclesia».
1) L'Istituto si
abbraccia se vi è un gran desiderio di santità ed un grande amore alle anime e
alla Chiesa. È chiamato, secondo il primo mistero della redenzione «Maria Annunziata».
2) L'Istituto ha per primo fine la gloria di Dio e la santificazione dei membri, mediante i tre voti di povertà, castità, obbedienza e l'osservanza alle proprie regole.
3) Il fine speciale: servire e cooperare con la Chiesa nel dare all'umanità Gesù Cristo Maestro, Via, Verità e Vita, con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e dei mezzi di elevazione della vita individuale e sociale particolarmente in forme moderne.
4) L'Istituto è collegato spiritualmente (non la medesima cosa) con la Famiglia Paolina dalla quale riceve spirito.
5) I membri hanno in parte una vita del tutto comune; in parte vivono fuori delle case dell’Istituto, secondo il maggior bene ed il giudizio – caso per caso –della Superiora Generale.
6 ) La vita comune vige ed è tenuta viva con i seguenti mezzi:
a) ogni anno tutte devono passare almeno un mese nelle Case dell'Istituto per gli esercizi, l'aggiornamento, il rinvigorimento nello spirito;
b) tutte compiono le medesime pratiche di pietà;
c) accettano in obbedienza l'ufficio loro assegnato e lo compiono secondo lo spirito dell'Istituto e le norme particolari delle Superiore;
d) ogni mese fanno per iscritto alla Superiora un fedele resoconto della loro vita spirituale e religiosa, dell'apostolato, amministrazione e orario seguito;
e) le Superiore fanno frequenti visite ai membri, specialmente quelli che vivono fuori delle case dell'Istituto;
f) per i membri che vivono nelle case dell'Istituto vi è di più l'osservanza dell'orario.
7) In tutto: vitto, vestito, abitazione, comportamento, si conformino a modestia e decoro, secondo i tempi e la condizione sociale; non vi è abito religioso o divisa comune.
8) Per le
accettazioni si seguono le norme della Santa Sede. In quanto all'età: fino ai
35 anni le aspiranti alla vita nelle case dell'Istituto; fino ai
40 e anche più, a giudizio definitivo delle Superiore, le aspiranti alla vita fuori delle case dell'Istituto.
9) Nelle case centrali dell'Istituto risiede la Superiora col suo Consiglio; la vita è regolata dall'orario; vengono ogni anno, per almeno un mese, tutti i membri.
10) Aspirandato, noviziato, professioni, vengono regolate in conformità alle norme della S. Sede e secondo le particolari condizioni dell'Istituto.
11) Si esortano i membri ad occupare posti ed uffici di maggior autorità ed influenza cristiano-sociale (organizzazione, insegnamento, ecc.), e rimanervi secondo il giudizio definitivo delle Superiore.
12) Tutte professano la medesima vita religiosa; vivono secondo la regola; partecipano ai privilegi, grazie e favori spirituali di essa; si applicano alle opere dell'Istituto sotto la guida delle Superiore.