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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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3) Anomalie Neuro-psichiche

          Una «diagnostica» delle anomalie neuro-psichiche degli elementi in formazione comporta evidentemente delle difficoltà, dovute prima di tutto – lo si è fatto notare – alla natura subdola di queste forme, nonché alla gamma e varietà del loro manifestarsi. Riteniamo comunque non inutile, già in questa sede, accennare brevemente alle forme che s'incontrano più di frequente e che possiamo suddividere in: Psicosi propriamente dette (o malattie mentali), Psico-nevrosi, Nevrosi.

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          a) Psicosi propriamente dette – Sono le forme più gravi, quasi sempre legate a ereditarietà psicopatica, alcoolica, sifilitica. I perturbamenti dell'equilibrio neuro-psichico, che vi si riscontrano, sono tali da rendere l'individuo «malato di mente», a comportamento imprevedibile (non guidato cioè dalla logica comune) e perciò incapace di vivere in mezzo agli altri. Le psicosi propriamente dette, essendo sempre conseguenziali a danneggiamenti notevoli delle strutture nervose, costituiscono una contro-indicazione assoluta all'orientamento


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verso la vita sacerdotale o religiosa tenuto anche conto del loro «fondo» di ereditarietà che inesorabilmente prima o poi verrà a galla, come l'esperienza insegna. Vi sono incluse: la schizofrenia, la paranoia, la psicosi maniaco-depressiva, le forme epilettiche ed epilettoidi, ecc...

          La schizofrenia consiste in una «disgregazione della personalità» spinta al massimo grado. Non v'è logica nel succedersi e nel combinarsi delle idee; non v'è nesso tra il pensiero e l'azione; le stesse parole vengono fuori a caso, secondo associazioni puramente verbali. Altri segni allarmanti: la notevole «introversione» che può giungere fino all'isolamento completo dal mondo esteriore per seguire unicamente i propri sogni o fantasmi; l'assenza o l'ottusità accentuata della sensibilità, fino a «non sentire un po' di compassione» neanche per la morte della persona più cara; il comportamento notevolmente strano, «originale», in pieno disaccordo con le esigenze esteriori. Sovente anche le «mancanze da solo», commesse con frequenza impressionante, e la crudeltà d'animo, sono sintomi riferibili a questa forma.

          La paranoia è caratterizzata dalla ripresentazione di idee illusorie, ma fisse e sistematiche, in cui l'Io ha la parte preponderante. Conseguenza di questo orgoglio patologico: uno spirito di critica esasperato e una diffidenza invincibile, che rendono impossibile il contatto col prossimo. L'individuo finisce per credersi un incompreso, un perseguitato (idee di persecuzione), e la sua posizione rispetto al mondo esterno subisce pian piano un completo sconvolgimento. Ciò che rende ancora più grave tutto questo, è la incapacità che ha il soggetto di riconoscere l'irrealtà dalle proprie «convinzioni» e l'illogicità della propria «logica stringente»: per questo può diventare pericoloso, per sé e per gli altri.

          La psicosi maniaco-depressiva (o follia ciclica) è un perturbamento grave dell'umore, che presenta cicli alternati, più o meno regolari, di «mania» (cioè di esaltazione) e di «depressione» (melanconia). Nella fase di esaltazione l'individuo è euforico all'ennesima potenza: «I malatiscrive il Bumke – si sentono come rinati; è come se un incantesimo si fosse sciolto: ora sì che si rendono conto di quanto la vita sia degna d'essere vissuta. La giornata non basta più per godere tutto ciò che c'è di bello. Il passato è ricco solo di bei ricordi, il presente è privo di ogni preoccupazione, il futuro è rischiarato da splendide prospettive. Il malato stesso è pieno di progetti grandiosi e di pensieri carichi di ottimismo...». Nella fase successiva, di depressione, l'individuo diviene invece sconsolatamente triste, melanconico. Il suo contegno è stanco, il gesto lento, la voce bassa, afona; sul suo volto si fissa un'espressione stereotipata di «pianto senza lacrime». Si comprende come allora egli faccia di tutto per non farsi notare e per sfuggire all'ambiente. E come possa arrivare ad accarezzare


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con voluttà e con insistenza il pensiero del suicidio, salvo a ritrovarsi nuovamente, di colpo, nella fase d'euforia...

          Le forme epilettiche ed epilettoidi (la terminologia è dei neuro-psicologi moderni, per i quali è più esatto parlare di «epilessia» al plurale) comprendono quel complesso di affezioni nervose cerebrali che sono caratterizzate da crisi convulsive generali (caduta a terra improvvisa e fulminea, bava alla bocca, contrazioni muscolari, ecc...) accompagnate da perdita di coscienza; oppure da crisi convulsive localizzate con o senza perdita di coscienza; oppure da crisi con perdita transitoria di coscienza, senza convulsioni, ecc.

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          b) Psico-nevrosi – Si tratta di forme meno gravi delle precedenti, in quanto non tolgono l'uso normale della ragione e non impediscono un inserimento dell'individuo nella vita sociale ordinaria. Non sono tuttavia passibili di una sufficiente reversibilità e normalizzazione, ancorate come le precedenti ad un «terreno costituzionale» psicotico. Le psico-nevrosi, per la loro palese affinità – sul piano organico e fisiologico – con le psicosi propriamente dette, costituiscono anch'esse una contro-indicazione, salvo parere contrario di uno specialista in casi particolari. Vi sono comprese: la psicosi ossessiva o psicastenia, le anomalie sessuali parossistiche, tutta la gamma delle manifestazioni isteriche, ecc.

          La psicosi ossessiva (o psicastenia) è caratterizzata da uno squilibrio assai notevole della vita emozionale. La «idea ossessiva» che la contraddistingue non è che una idea del tutto assurda, inconsistente, e di tale assurdità l'individuo è perfettamente cosciente (al contrario di quanto si verifica nel paranoico); eppure non gli riesce di «cacciare» quell'idea dalla mente, per quanti sforzi egli faccia: essa vi rimane invischiata più che mai, causandogli un penoso senso d'angoscia e di continua ansietà. A volte, anziché di un idea, si tratta di un «impulso», altrettanto ossessivo e coatto, a compiere cose che non si dovrebbero, e non si vorrebbero, compiere. Si distinguono varie forme di ossessione: quanti sono, si può dire, gli oggetti che possono avere un interesse vitale. C'è l'ossessione dei «pensieri cattivi», delle «confessioni mal fatte», dei «pensieri contro la Fede», delle «bestemmie»; l’ossessione dei «microbi», delle «malattie», della «pulizia», ecc... Quando l'idea ossessionante (così come l'impulso) interessa il campo della coscienza, prende il nome di scrupolo (sia ben chiaro che lo scrupolo è essenzialmente una malattia psichica); quando spinge alla ricerca spasmodica di una cosa, si dice mania; quando muove alla fuga inconsiderata, si chiama fobia.

          Tra le anomalie sessuali parossistiche troviamo: le ossessioni impulsive, caratterizzate da un


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bisogno» irresistibile, o quasi, di compiere atti immorali, che vengono «metodicamente» ripetuti, nonostante il disgusto e il dispiacere che dopo se ne può provare; le perversioni dell'istinto, in cui vi è deviazione anormale; innaturale, della tendenza erotica; le inversioni, in cui si ha attrattiva per il proprio sesso: tale anomalia può essere costituzionale (inclinazione invertita), oppure solo occasionale, nata cioè da una simpatia morbosa passeggera o da una cattiva abitudine, come non di rado si può riscontrare nei Collegi e qualche volta anche negli Istituti religiosi (amicizie particolari). L'inversione occasionale può ritenersi superabile, quando l'individuo sia moralmente sano.

          L'isterismo è una malattia proteiforme, variamente definita; sostanzialmente però caratterizzata da alcuni sintomi classici: da un preponderante intervento delle «rappresentazioni mentali» che tendono a farsi «realtà», ad essere cioè proiettate fuori di sé, come vere: per cui vengono anche «vissute», e vissute con intensità; da una spasmodica ricerca di se stessi; dal bisogno prepotente di farsi notare e di attirare su di sé l'attenzione, fino ad arrivare alla menzogna, più o meno in buona fede, alla mistificazione e alla perfidia, per raggiungere l'intento; dalla capacità di «produrre», nell'individuo che ne é affetto, disturbi anche fisiologici ed organici (paralisi, stigmate, ecc...), dovuti unicamente alla potenza di suggestionabilità che interviene.

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          c) Nevrosi – Sono più che altro delle «malattie psicologiche», non interessando propriamente le strutture nervose, anche se poggiano su di un terreno neurologicamente predisposto. Trattandosi perciò di anomalie più leggere, passibili di sufficiente e anche completa normalizzazione, s'intende se prese in tempo e curate, le nevrosi non impediscono generalmente un inserimento dell'individuo nella vita comunitaria e solo nei casi più gravi vengono a costituire una contro-indicazione alla vocazione. Vi sono comprese: la nevrastenia o esaurimento nervoso, e le molteplici formeoggi all'ordine del giorno – di «nervosità» e di squilibrio emotivo da ansietà, da agitazione, da stato d'attesa, da angoscia, ecc.

          La nevrastenia (o esaurimento nervoso), ha per sintomo principale la stanchezza; il nevrastenico è sempre stanco, anche dopo attività ridotta e anche dopo il riposo: incapace di fissare a lungo l'attenzione su una cosa; spesso sofferente di disturbi alla testa, allo stomaco; incline allo scoraggiamento e al pessimismo; costantemente preoccupato. L'«esaurimento nervoso» può essere scatenato da sovraffaticamento fisico o intellettuale, da disordine di vita, da imprudenze d'igiene (vitto, riposo, ecc...). Va detto però che non è tanto il «surmenage» che di per sé porta all'esaurimento, quanto piuttosto


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il fatto di compierlo, quel «surmenage», in uno stato di ansia o di preoccupazione intensa.

 

          Le semplici nevrosi da ansietà, da agitazione, da angoscia, ecc... riposano su di una accresciuta labilità del sistema neuro-vegetativo o involontario. Possono colpire organi particolari, come lo stomaco, l'intestino; frequente è la «nevrosi cardiaca», legata a stato d'angoscia, a intensa palpitazione e oppressione di cuore, a senso d'intermittenza delle pulsazioni cardiache. Va ricordato che uno stato di agitazione o di pena o d'angoscia possono provarlo anche persone normali, in particolari circostanze: nel nevrotico però, come ancor più nel nevrastenico, tali sensazioni sono a pretto sfondo psichico, non essendo legate ad alcun fatto oggettivo.

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          Quanto sopra descritto a riguardo delle forme più frequenti di anomalia neuro-psichica, lo si può trovare sviluppato esaurientemente (anche come casistica) in diverse pubblicazioni. Consigliamo: la citata «Medicina e vocazione» del GéraudPsicologica» - I. Serie), «Itinerario medico delle vocazioni» dello stesso Autore (Idem - II.a Serie), «Guida medica delle vocazioni sacerdotali e religiose» di Biot-GalimardVita e Pensiero»).

 




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