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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
Anno di particolare santificazione
La perfezione della vita cristiana (ed in grado più elevato per l'anima che si consacra a Dio) si riassume in queste proposizioni:
1) Cercare la gloria di Dio come ultimo, assoluto fine: della creazione, redenzione, santificazione del genere umano.
2) Cercare la nostra santificazione come fine prossimo, relativo e mezzo di glorificare Dio; al quale fine della nostra santificazione tendere con tutte le forze ed incessantemente.
3) Considerare l'incorporazione a Cristo, come via unica possibile per conseguire i due fini (cioè gloria a Dio e santità nostra) nell'economia attuale della Provvidenza e della Grazia.
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a) In ultima analisi tutto si riduce a vivere con intensità e perfezione sempre maggiore il «mistero del Cristo», che tanto assillava san Paolo: e che ha trasmesso a noi.
b) La perfezione viene raggiunta dalle anime in proporzione che vivono ed operano in Cristo per la glorificazione di Dio: Gloria in excelsis Deo, fine supremo: «Omnia in gloriam Dei facite»: termine supremo, amore perfetto. È il vertice dell'unione trasformante (nono grado di orazione e vita) quando, identificati con Dio, i nostri pensieri e desideri procedono all'unisono con quelli di Dio. Dice Gesù Cristo: «Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla: ma c'è il Padre mio che mi glorifica...» (Gv. 8, 54).
«Questa verità in pratica non appare dominante nei Santi se non piuttosto tardi, quando cioè nell'anima loro si è perfezionata l'unione d'amore col Signore. S. Paolo dice: “All'unico sapiente, Dio, per mezzo di Gesù Cristo, sia gloria nei secoli dei secoli” (Rom. 16, 27). Eccezioni uniche sono Gesù Cristo e Maria, che sin dal primo momento della loro esistenza hanno realizzato con perfezione il programma di glorificazione di Dio. Allora la maggior preoccupazione dell'anima, che aspira alla vera santità, è di giungere a dimenticare se stessa e possedere il più profondo e costante impegno riguardo alla gloria di Dio».
c) «La santificazione della nostra anima non è quindi il fine ultimo della nostra vita, ma il fine intermedio. La gloria della Santissima Trinità è il fine supremo, tanto nell'ordine naturale quanto nell'ordine soprannaturale di questa vita». Questo, man mano che si arriva al «vivo autem, iam non ego, vivit vero in me Christus». «A Lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli» (Ef. 3, 21).
d) Non saremo santi se non nella misura in cui vivremo la vita di Cristo, o meglio ancora, nella misura in cui Cristo vive la sua vita in noi. Il processo di santificazione è un processo di cristificazione. Il cristiano dovrà diventare un altro Cristo: «Christianus alter Christus». Vivere il mistero di Cristo, nel quale «sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» (Col. 2, 2-3).