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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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Pensieri di guida dalla «Teologia della perfezione Cristiana» (Royo)

 

          La glorificazione di Dio è il fine assoluto della creazione dell'uomo, della redenzione e santificazione nostra.

 

          Nell'economia attuale della Provvidenza e della Grazia questa glorificazione si realizza soltanto per mezzo di Cristo, con Cristo e in Cristo. Tutto quello che l'uomo cerca fuori di Cristo è fuori della via; assolutamente inadatto per conseguire il fine. Tutto si riduce quindi a incorporarsi sempre più a Cristo per compiere tutto «per Lui, con Lui ed in Lui, sotto l'impulso dello Spirito Santo, per la gloria del Padre». La vita cristiana è tutta qui.

 

          Era impossibile per l'umanità soddisfare in modo adeguato il peccato di Adamo. «Così il Padre amò il mondo da mandare il Suo Figlio e salvare l'umanità». «E il Verbo si è fatto carne e abitò fra noi» (Gv 1,14).

 

          Unendosi a Cristo le due nature, l'umana e la divina, nell'unica persona del Verbo, tutte le Sue azioni risultavano di un valore infinito. Anche un semplice sospiro di Gesù, o una preghiera, sarebbero bastati a redimere milioni di mondi


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tuttavia di fatto la Redenzione si operò con il sacrificio della Croce.

 

          Gesù Cristo non meritò soltanto per sé, ma anche per noi; questo merito trova il suo fondamento nella grazia capitale di Cristo, in virtù della quale è stato costituito Capo di tutto il genere umano; nel Suo ineffabile amore accettò la Passione.

 

          L'efficacia della Sua soddisfazione e dei Suoi meriti è assolutamente infinita, e, per conseguenza, inesauribile. Ciò dev'essere per noi fonte di una illimitata fiducia nel Suo amore e nella Sua misericordia.

 

          Nonostante le nostre miserie e debolezze, i meriti di Gesù Cristo hanno un'efficacia sovrabbondante, capace di portarci al vertice della perfezione.

 

          I meriti di Gesù Cristo sono i nostri, e stanno a nostra disposizione, se vogliamo approfittarne. Egli continua in cielo ad intercedere per noi «semper vivens ad interpellandum pro nobis» (Eb 7, 25 ).

 

          La nostra debolezza e povertà costituiscono un titolo alla Sua misericordia divina.

          Facendo valere i nostri diritti ai meriti soddisfatori del suo Figlio, glorifichiamo immensamente il Padre e lo colmiamo di gioia, perché in tal modo proclamiamo che Gesù è l'unico Mediatore che Gli piacque mandare al mondo.

 

          10° Perciò a nessuno è lecito scoraggiarsi considerando le proprie miserie e deficienze. Le inesauribili ricchezze di Cristo stanno a nostra disposizione (Ef 3, 8); così come è a disposizione nostra l'Eucaristia per chi vuole nutrirsene.

          «Non chiamarti povera, poiché tu possiedi Me», diceva Gesù a un'anima che si lamentava delle sue miserie.

 

          11° Tutte le grazie che ricevette l'uomo sono state concesse in vista dei meriti di Gesù Cristo. Esse sgorgano da un'unica sorgente, cioè dal Cuore amantissimo di Gesù.

 

          (Leggere a pag. 56-57 e a pag. 69).

 

          Conclusione: la nostra santificazione è facile seguendo la via sicura ed unica: Gesù Cristo.

          Sac. Alberione

 

          Avviso: Nelle Case dell'Emisfero Settentrionale la Festa del Divin Maestro cade nel 1964 il 26 gennaio; nelle Case dell'altro Emisfero cade il 30 agosto.




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