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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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L'apostolato paolino nel Congo

          Da tempo il Congo fa parlare di sé per le sue convulsioni politiche che lo hanno portato alla ribellione, con conseguenti massacri di civili e di Missionari. Purtroppo l'orizzonte non è ancora chiaro e gli agenti esterni che alimentano i focolai del disordine non hanno per ora rinunciato ai loro obiettivi.

          Perché tanto accanimento contro questa giovane Repubblica?

          Soprattutto per due ragioni: il Congo è ricco e molti aspirano a possedere le sue ricchezze; il Congo è geograficamente posto al centro dell'Africa, e la sua conquista è strategicamente necessaria per esercitare una influenza politica su tutta l'Africa.

          Questa introduzione, può meglio far comprendere l'importanza del nostro apostolato e come esso possa esercitare un ruolo assai efficace non solo nel paese, ma per riflesso anche su tutta l'Africa.

          Che cosa fanno i nostri per esercitare questa influenza? Ecco alcuni dati:

          I catechismi di tutte le classi di quasi tutto il Congo, stampati in una dozzina di lingue, sono preparati e stampati dai nostri.

          I libri di testo per le scuole elementari e secondarie, in gran parte escono dalle nostre tipografie.

          «Afrique Chretienne» è indiscutibilmente il settimanale più diffuso e letto in Congo, e vi esercita un influsso notevole. Soprattutto è impegnato nel formare le famiglie e la moralità dei suoi membri.

          «Hodi» in swaili, per la parte orientale del Congo, ha lo stesso compito.

          «Antilope», il periodico per i bambini, esercita la sua influenza nelle scuole, specialmente nei centri di maggior importanza.

          Si è stampato e si stampa in continuazione il «Vangelo» in lingua francese e nelle varie lingue locali.

          Si stampano vite di Santi, albums formativi, libri di formazione civica e di galateo.

          Il pensiero cattolico è largamente diffuso, ampiamente illustrato, abilmente presentato.

          In Congo si lavora e si lavora molto. I nostri 


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sono impegnati nella formazione delle coscienze nei loro aspetti umani, civili, religiosi. Se il Congo riuscirà a resistere alle pressioni che vengono dall'esterno e che vogliono instaurare il disordine senza dubbio qualche merito l'avranno anche loro.

          E per le vocazioni che cosa si è fatto?

          Anche qui è forse utile una premessa.

          Con la indipendenza vi è stato un forte smarrimento.

          Seminari e Istituti religiosi ripieni di aspiranti si sono trovati di punto in bianco vuoti quasi al completo. Passata l'ubriacatura dell'indipendenza e placati i sentimenti tribali, vi fu un ritorno sempre più crescente e responsabile.

          I nostri si sono inseriti in questa ripresa, mantenendo contatti, esaminando richieste, facendosi conoscere. Si stanno raccogliendo i primi frutti e si hanno buone ragioni per sperare in un futuro abbastanza ricco e promettente.

          In vista di questo, a Elisabethville, dove il clima è anche più favorevole, sta per essere terminato il primo vocazionario paolino in Africa.

          Esso è cresciuto con molti sacrifici dei nostri ed è accompagnato dalla preghiera di tutta la Congregazione.

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