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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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SECONDA LETTERA AI CORINTI

          San Paolo seppe da Tito il buon risultato della prima lettera ai Corinti. Infatti riferì che i Corinti molto amavano l'Apostolo ed avevano accolto bene la prima lettera.

          Tuttavia nella comunità vi erano alcuni che accusavano Paolo di incostanza, di ambizione e di usurpazione del nome di apostolo.

          Subito San Paolo scrisse la seconda lettera in cui spiega la sua condotta ed il suo ministero.

          Eccettuati il prologo e l'epilogo, sono tre le parti: la sua propria apologia velata; la colletta per i poveri di Gerusalemme, la rivendicazione della sua dignità di apostolo e l'attività intensa che appare da quanto ha sofferto e compiuto.

          È sincero: «Egli ha detto ciò che ha scritto, non diversamente...».

          La sua predicazione è un sì, cioè si verificherà ciò che ha promesso.

          Riammette nella Chiesa lo scomunicato incestuoso.

          Ciò che predicò è Vangelo.

          Si difende dalla superbia: ha dato ciò che ha ricevuto da Dio; il sacerdozio cristiano è superiore a quello mosaico; deve parlare come vero apostolo. Nessun vero apostolo contraddice se stesso.

          Gli Apostoli attendono la ricompensa, desiderano di piacere a Dio; per l'amore di Cristo in lui si eccita lo zelo.

          Egli si è comportato come vero ministro di Dio.

          Nella seconda parte della lettera parla della colletta per i poveri di Gerusalemme. Già in Macedonia avevano raccolto soccorsi; ed esorta a fare altrettanto a Corinto. Chi soccorre i poveri, avrà benedizioni, grazie particolari e il premio eterno.

          Nella terza parte san Paolo difende il suo apostolato. Egli è stato chiamato da Dio per evangelizzare tutti i popoli; non usurpò poteri, ma li ebbe da Dio e dalla Chiesa.

          San Paolo, costretto a parlare di sé, ricorda il suo grande apostolato, le sofferenze, le persecuzioni; ricorda i particolari privilegi ed i frutti già raccolti.

          Ma egli non si vanta che delle sue debolezze; piuttosto si dona generosamente a tutti; non cerca retribuzioni.

          Chiude esprimendo un timore: che i Corinti non siano come egli li vuole; che se non si correggono incontreranno un giudizio severo. Li supplica a migliorare la vita.

 


- 4c2 -


          Chiude: «La grazia del Signore Gesù Cristo e la carità di Dio, comunicate dallo Spirito Santo, siano con tutti voi».

 




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