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Giacomo Alberione, SSP San Paolo - Bollettino SSP IntraText CT - Lettura del testo |
San Paolo, verso la fine della sua vita, ci lasciò tre lettere che portano il nome di «pastorali». Due indirizzate a Timoteo, una a Tito. Insegnano a compiere l’ufficio di Pastore delle anime: Pascere.
Timoteo è stato uno dei più fedeli tra i
collaboratori di San Paolo. Egli non abbandonò
mai il suo Maestro. Dopo la prima prigionia S. Paolo stabilì Timoteo Vescovo di Efeso. La prima lettera ha carattere di vera familiarità; San Paolo si dimostra come un buon Padre.
Comincia con gli avvisi contro falsi dottori, che sono caduti in errori e favole: proibizione di sposarsi, insegnamenti contrari al Vangelo; questo per arricchirsi sopra il semplice popolo.
S. Paolo parla della sua conversione e della sua missione di evangelizzare i Gentili; dice per chi si deve pregare. Spiega quali sono i requisiti per essere Vescovi; così per essere Diaconi e Diaconesse.
Insegna a Timoteo come comportarsi: dare il buon esempio, come comportarsi con i fedeli: con le vedove, con i sacerdoti, con gli schiavi, con i ricchi. Fa il paragone tra i buoni e i falsi dottori; esorta a fuggire il male e a dare l'esempio di virtù: «Tu sii l'uomo di Dio, di esempio ai fedeli».