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Giacomo Alberione, SSP
San Paolo - Bollettino SSP

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PRIMA MEDITAZIONE

San Paolo: la redazione

          In quest'anno 1967 ricordiamo e solennizziamo il XIX centenario del martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo.

          La nostra Famiglia Paolina, sotto la protezione di san Paolo, deve dare una particolare solennità a tutto l'anno 1967: conoscere, amare, imitare, pregare il nostro Protettore e Maestro.

          Fra gli ossequi: progresso della redazione, con i mezzi della comunicazione sociale.

* * *

          L'apostolo Paolo, grande predicatore e grande scrittore: protettore e modello da imitare. Per questo la Pia Società San Paolo fu messa sotto la sua protezione ed esempio.

          L'uso degli strumenti della comunicazione sociale si sviluppa sempre più rispetto alla parola orale.

          È stato scritto che San Paolo è nato come predicatore ed insieme come scrittore. Il Signore aveva su di lui disegni di grazia e di salvezza per l'umanità.

          Paolo, prima persecutore, convertito a Gesù Cristo, dopo una decina di anni dalla sua conversione, divenne il grande apostolo. Sua missione particolare: la conversione dei Gentili.

          Nell'anno 45 iniziò i suoi viaggi missionari, partendo da Antiochia.

* * *

          Fondò molte Chiese, preparò e vi stabilì a capo Vescovi; sopportò continue sofferenze.

          Comunicava la sua parola nella predicazione; e quando si trovava lontano, arrivava con le sue Lettere.

          Il suo modo di scrivere era personalissimo


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vero specchio di un'anima fatta per dominare: ardente, fiera, sicura della verità, affettuosa come una madre e forte come un padre.

          Le Lettere di San Paolo sono un preziosissimo commento al Vangelo.

          San Pietro le riconobbe come Sacra Scrittura (II Pt. III, 15); scrisse: «Pensate che la pazienza di nostro Signore è la vostra salvezza, come in precedenza ha scritto Paolo, nostro caro fratello, secondo quella sapienza che a lui è stata data e com'egli fa in tutte le sue lettere nelle quali parla di queste cose. Le sue lettere contengono dei punti difficili a comprendersi, il significato dei quali, come di altri passi della Scrittura, viene dagli ignoranti e dai deboli sconvolto, per loro perdizione».

          San Paolo da solo scrisse più pagine di quante ne abbiano scritto assieme nei tre Vangeli, Matteo, Marco e Luca.

          San Paolo predica sempre con le sue Lettere immortali; saranno l'ammirazione di tutti i secoli, sempre a consolazione, istruzione ed edificazione nella Chiesa.

* * *

a)       Lettere scritte nel secondo e terzo viaggio missionario:

          I-II ai Tessalonicesi, da Corinto, nel 51-52

          Ai Galati, da Efeso, tra il 53-55

          I ai Corinti da Efeso, nel 56

          II ai Corinti, da Filippi, nel 57

          Ai Romani, da Corinto, tra il 57-58.

 

b)      Lettere scritte durante la prima prigionia (61-63); da Roma:

          Ai Filippesi, a Filemone, ai Colossesi, agli Efesini

c)       Lettere scritte dopo la prima prigionia:

          I a Timoteo, dalla Macedonia, verso il 65

          A Tito, dalla Macedonia, verso il 65

          Agli Ebrei, dall'Italia, tra il 64-65.


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d)      Lettera scritta nell'ultima prigionia:

          II a Timoteo, da Roma, nel 67.

* * *

          Le Lettere di San Paolo hanno un valore apologetico, sempre sicuro. Lettere che sono delizia dei cristiani; e conquistano le anime.

          Molta parte ebbe egli nel creare la terminologia cristiana, anche facendo esprimere a parole profane e comuni le sublimi verità del cristianesimo.

          San Paolo è il Teologo del Nuovo Testamento, sopra i grandi misteri dell'Incarnazione, Redenzione e Giustificazione.

          L'intento di San Paolo: formare dell'umanità tutta una Chiesa, senza distinzione di razze e classi.

          San Paolo il medesimo valore tanto alla sua predicazione orale, quanto a quella scritta nelle sue Lettere.

* * *

          Così Paolo ha predicato ed ha scritto:

          La parola orale;

          La parola tecnica.

          Gli argomenti sono innumerevoli. In primo luogo sono da trattarsi le materie sacre: fede, morale, liturgia, ed accessorie.

          Occorre rivolgersi alle persone di alta cultura, di media cultura, e alle masse di cultura popolare.

          Così si può trattare la Teologia, le scienze umane, riviste, catechismo, bollettino parrocchiale, ecc.: vi sono le possibilità ad ogni sacerdote.

          Vi sono anche le traduzioni.

          Conclusione: al Sacerdote Paolino duplice compito: la parola orale e la parola tecnica.

* * *

          I Padri Gesuiti nel corso dell'anno 1966 hanno trattato lungamente l'uso degli strumenti della comunicazione sociale, redazione per libri, periodici, pellicole, radio, televisione, ecc.

* * *

          Preparazione alla redazione:

          1) In tutti i corsi di studio, dalle classi elementari sino al ministero, compreso l’anno di Pastorale, con intenso insegnamento ed esigenza dagli alunni.

 


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          2) Uno dei segni di vocazione paolina è anche l'inclinazione agli studi letterari, secondo i corsi.

          3) Coltivare la propria lingua ed insieme lo studio di altre lingue estere, anche con esercizi di traduzione.

          4) Grande vantaggio se l'insegnante è scrittore, il quale abbondi in prove e correzioni agli alunni.

          5) Letture di buoni libri, sotto la guida degli insegnanti.

          6) Superati gli studi, ogni Sacerdote si eserciti, secondo le possibilità, con esperimenti graduali di redazione.

          7) Nell'anno di Pastorale per i Sacerdoti Paolini si divida il tempo tra il ministero e la redazione.

* * *

          L'apostolato della redazione è un vero sacrificio, particolarmente all'inizio e nelle materie più difficili.

          Ai Sacerdoti Paolini si dice: «Andate e predicate», o con la parola orale, o con la parola tecnica.

          Il Sacerdote Paolino può compiere l'uno o l'altro, od anche entrambi.

          Da un libro del Cojazzi per conclusione è stato detto:

 

          1) «Gli scritti del Nuovo Testamento formano un genere letterario a parte, eccezionale, senza confronti presso nessun popolo, né anticomoderno. Sono scritti sincerissimi, oggettivi al cento per cento, alieni affatto da declamazioni, da retorica, da insincerità, da preoccupazioni per impressionare il lettore. Niente quindi esclamazioni o interiezioni umane, dove parla lo Spirito Santo.

          2) San Paolo è così denso di pensiero e così ardente di sano entusiasmo, da non poter venire letto di seguito. Poche facciate per volta quindi e poi riflessione e intervallo di qualche giorno. Affrontarlo tutto di seguito, come si suol fare per i romanzi o per i libri leggeri, oltre che offesa al santo Apostolo e ai suoi scritti che sono divinamente ispirati, darebbe inevitabile sazietà con disgusto conseguente e abbandono definitivo del libro.

          3) L'Autore principale dei libri sacri è Dio; mentre autori secondari sono coloro di cui i libri portano i nomi».




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