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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
L’adunata dell’aprile scorso per il corso straordinario degli Esercizi Ss. nella Casa Divin Maestro ad Ariccia, con la grazia di Dio ebbe buon risultato. Centoventicinque presenti: Religiosi che già hanno tanto fatto nell’Istituto; rappresentate ventun nazioni, quarantotto case; svolgimento regolare secondo il programma prestabilito; 54 meditazioni (D. Roatta, D. Costa Giov., D. Marazza, D. Lamera, D. Paganini); 54 istruzioni del Primo Maestro; tre conclusioni del Vicario Generale; circa 18 conferenze con fruttuose conclusioni su quanto si doveva fare.
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Ero stato prima a prendere la benedizione del Papa con il Vicario Generale ed il Consigliere Generale Don Gambi. Si concluse con una udienza straordinaria il giorno 30 aprile per tutti, in cui il Santo Padre dimostrò tale bontà e confidenza da commuoverci.
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Umanamente non poteva riuscire meglio; quanto allo spirito, divinamente: aggiornamento della nostra vita alle Costituzioni; aggiornamento dell’Istituto alla Famiglia Paolina; programmi per reclutamento e formazione delle vocazioni; riesame delle quattro parti (o ruote): spirituale, intellettuale, apostolica, economica (umana); collegamenti tra le nazioni di una medesima lingua per l’apostolato edizioni di stampa e cinema; aggiornamenti in molti punti, così che si è sentito più volte: «il grande progresso!», «ci sembrano delle felici rivelazioni», «molte cose sono chiarite».
Più di tutto: la grande gioia di rivederci, di pregare e vivere assieme; di incoraggiarci vicendevolmente; di riconfermare e ripetere la nostra donazione al Signore, di vita religiosa-paolina e di apostolato sempre più intenso e pastorale.
Particolarmente nelle tre prime settimane si è stabilita la nostra vita in Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, sino a poter dire: non sono più io che vivo; invece vive Gesù Cristo in me.
Tutti i Fratelli hanno sottolineato, in molte maniere, l’utilità massima di questa adunata di Esercizi santi.
Tra le cose conosciute meglio, e che servono di buon orientamento, vi è quanto stabilisce la Sedes Sapientiæ,2 l’ultima probazione, detta presso i vari istituti: secondo
noviziato, noviziato apostolico, anno di perfezionamento, scuola dell’affetto, terza probazione. Cade circa il trentesimo anno di età, quando si è già forniti di esperienza personale e si sente il bisogno di luce e di grazie nuove per muoversi definitivamente nella vita, nel ministero, nell’apostolato.
Compito: a) Nella preghiera e sotto la guida di prudente Maestro riesaminare lo stato dell’anima e della formazione personale.
b) Consolidare la formazione morale e le virtù religiose e sacerdotali, per mezzo di preghiere ed istruzioni.
c) Rafforzare lo spirito apostolico, preparandosi a tutto il resto della vita.
d) Più profonda conoscenza dell’Istituto e conseguente aggiornamento ad esso.
Modo: nella Congregazione nostra si pensava di ottenere questi frutti con il requiescite pusillum;3 le difficoltà furono parecchie. Nel frattempo è uscita la Costituzione apostolica Sedes Sapientiæ, che fra i modi di compiere questa ultima probazione, o secondo noviziato, suggerisce: (Art. 53) che dopo circa cinque anni dall’Ordinazione si «tenga un corso più lungo di Esercizi Ss. e siano impartite istruzioni adatte...».
Perciò ecco il grande corso di Esercizi Ss., nel quale è assorbito anche il requiescite pusillum.
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Si terrà per tutti. Così sono già state annunziate le adunate-Esercizi Ss. per il 1962 e per il 1964.
A suo tempo si comunicherà la data.
Secondo il desiderio espresso dai Fratelli partecipanti, che vengano stampate prediche e conferenze tenute, con questo volume si inizia la pubblicazione riguardante la prima settimana.