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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Il Pontefice continua infine la missione di Gesù Vita, nel campo del culto cattolico.
Gesù Cristo, con la Redenzione, ci ha guadagnato la grazia; la Chiesa comunica questa grazia alle anime in virtù del potere sacramentale e del potere liturgico, che spettano al Sommo
Pontefice, per diritto divino. Egli esercita questi poteri non solo sugli uomini che appartengono al corpo della Chiesa, ossia sui fedeli, ma anche su quelli che appartengono solo all’anima di questa, sugli infedeli, perché la potestà sacramentale è ordinata ad aumentare e a produrre la grazia. È quindi assolutamente soprannaturale.
Questa è la massima potestà del Pontefice, perché è diretta al raggiungimento del fine soprannaturale, alla visione beatifica. Ora, al fine soprannaturale che si deve ottenere nella vita futura, è necessaria una conveniente preparazione in questa vita. Essa non consiste solo nella conoscenza e nell’amore di Dio, con la seguente sottomissione alla sua volontà, ma anche in un dono soprannaturale, la grazia santificante, che viene comunicata per l’infusione dello Spirito Santo, ossia per la potestà sacramentale di ordine che è nella Chiesa.
Al Papa spetta la massima potestà liturgica.
L’apostolo miri anche a far conoscere ai fedeli questa missione del Pontefice nella sua essenza, nella sua storia, nella necessità e nella pratica, affinché i fedeli possano partecipare non solo al corpo, ma anche all’anima della Chiesa e godere il beneficio della grazia sacramentale e sacramentaria nel grado e nel modo stabilito da Gesù Cristo.