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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Lo spirito che ha guidato la nostra Congregazione
Le leges credendi, orandi et agendi 2 sono così intime e costituiscono in fondo un’unica legge; come l’uomo, sebbene abbia tre facoltà (intelligenza, sentimento, volontà), è una sola persona.
Ed ecco lo spirito che ha guidato tutto il lavoro per costituire la Persona Morale della Pia Società San Paolo: Le Costituzioni paoline, la pietà paolina, l’apostolato paolino.
I canoni e gli articoli sono freddi come il marmo; ma ad essi si è data la vita spirituale. Il libro delle nostre orazioni è più importante per le introduzioni –
spirito – che per le formule. All’inizio vi è un Invito generale; poi, prima della varie pratiche (Confessione, Comunione, Messa, Meditazione, Ritiro mensile, Esame di coscienza, Visita al Ss. Sacramento, ecc.), vi è un’introduzione speciale che spiega come la pietà dà l’anima alle regole e singoli articoli; comunica lo spirito che informa la giornata paolina e l’apostolato. Così che tutto sia ordinato al fine della gloria di Dio e pace degli uomini. Sopra tutto entra la grazia dello Spirito Santo, che è l’anima dell’anima. Per essa, ci sentiamo di vivere in Gesù Cristo: in Lui-Verità l’azione dell’intelligenza; in Lui-Via l’azione della volontà; in Lui-Vita l’azione del sentimento.
Sotto questo aspetto sono più utili le introduzioni che non le formule stesse.
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Art. 55. Il noviziato ha lo scopo di formare, sotto la direzione del Maestro, l’animo dei novizi con lo studio delle Costituzioni, con pie meditazioni e l’assidua preghiera, con l’apprendere bene quanto riguarda i voti e le virtù, con esercizi atti ad estirpare i germi dei vizi fino alle radici, a frenare le passioni e ad acquistare le virtù.
Art. 56. I novizi discepoli devono essere diligentemente istruiti nella dottrina cristiana e nelle altre materie loro proprie; pertanto ad essi va concesso un sufficiente spazio di tempo per lo studio, oltre alle lezioni da impartirsi loro quotidianamente.
Art. 57. Affinché i novizi siano in grado di leggere e meditare le Costituzioni, e comprendere la spiegazione fatta dal Maestro, si dia a ciascuno di essi, sin dall’inizio del noviziato, un esemplare integro delle stesse.
Art. 58. I novizi devono proporsi una speciale devozione verso la persona di Nostro Signore Gesù Cristo, e cercare di tradurre nella loro vita, per quanto è possibile, i suoi esempi e le sue parole. Devono inoltre nutrire amore intenso verso la Società, zelo per le opere di apostolato, ossequio fedele alle Costituzioni, perfetta obbedienza verso i Superiori a seconda del loro grado, carità profonda verso i fratelli e totale abnegazione di se stessi nell’adempimento dei doveri.
Art. 59. Durante il noviziato non si destinino i novizi chierici a tenere prediche, a confessare o a compiere uffici estranei alla Società; né si permetta che si dedichino di proposito allo studio delle lettere, delle scienze o delle arti.
Art. 60. I novizi discepoli possono dedicarsi ad occupazioni loro proprie, nella stessa casa religiosa, non però come capi-reparto, e solo nella misura in cui tali occupazioni non costituiscano un impedimento agli esercizi del noviziato stabiliti per loro.
Art. 61. I novizi, durante il noviziato, non possono essere promossi agli Ordini.
Art. 62. Durante il corso del noviziato, i novizi
non possono, sotto pena d’invalidità, rinunciare in qualsiasi modo ai loro benefici o beni, o anche impegnarli.
Art. 63. I novizi godono di tutti i privilegi e favori spirituali concessi alla religione; e, se muoiono, hanno diritto ai medesimi suffragi che sono prescritti per i professi, anche se non avessero emesso la professione “in articulo mortis”.