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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Uso ed abuso delle tecniche audiovisive
L’apostolato paolino è definito e sunteggiato nel secondo articolo delle Costituzioni. Esso corrisponde al pensiero di Pio XII nella Lettera Apostolica 3 (12-I-1951) in cui proclamava San Gabriele Arcangelo protettore di tutte le invenzioni atte a comunicare il pensiero, le notizie, quanto è utile per l’umanità; protettore insieme di quanti vi collaborano, come concetto, tecnica, diffusione.
La stampa, il cinematografo, la radio, la televisione costituiscono oggi le più urgenti, le più rapide e le più efficaci opere dell’apostolato cattolico. Può essere che i tempi ci riservino altri mezzi migliori. Ma al presente pare che il cuore dell’apostolo non possa desiderare il meglio per donare Dio alle anime e le anime a Dio.
Voglia il Maestro Divino, per l’intercessione dell’Apostolo San Paolo, suscitare schiere di anime generose che diano tutta la loro attività di preghiere, di azione, di sacrificio, di eroismo a queste quattro nobili forme di apostolato e simili, proponendosi per unico fine quello
che fu il programma della Redenzione: «Gloria Deo, pax hominibus».4
Il dono della parola, da Dio fatto all’uomo, è grande; per le comunicazioni tra gli uomini e con Dio. Se viene usato, poi, per portare il messaggio evangelico della salvezza e della pace, si ha l’apostolato della predicazione: «In omnem terram exivit sonus eorum et in fines terræ verba eorum».5
Ma i mezzi tecnici odierni dànno alla parola un sussidio di immenso valore per ampiezza e celerità; di immensa potenza. Così la parola del Papa può essere sentita dal mondo intero: il Papa può fare l’istruzione catechistica (parrocchiale) a tutta l’umanità, che così diviene l’immensa sua parrocchia. Può pregare con tutti gli uomini. Pio XI diceva: «Questo equivale ad obbedire e realizzare in senso pieno il divino mandato: “Docete omnes gentes”».6