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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Obbedienza di mente, di cuore, di volontà

     L’obbedienza completa: di mente, di cuore, di volontà.

     Di mente: significa capire il senso, il fine, i limiti di quanto è disposto. Esempio: a chi viene affidata una classe di studenti, la direzione di un periodico, ecc. La scuola di un anno deve svolgere un programma, perciò la preparazione, la spiegazione, l’esigere, in patientia et doctrina,17 e con metodo conveniente e portare alla promozione la quasi totalità degli alunni.

     In proporzione la direzione di un periodico; i mezzi ed il fine.

     Di cuore: significa mettere amore all’ufficio, al compito, all’incarico ricevuto. Amarli in quanto vi è la volontà di Dio e un’occasione di molti meriti. Esaminare spesso la coscienza in proposito.

     Di volontà: accettarli con pieno consenso e piena docilità, applicare le forze spirituali e fisiche, molta preghiera per la buona riuscita.

     In opposizione sta la semi-obbedienza.

     Della mente: giudicando, condannando, disprezzando il comando, pur mentre per ragioni esterne lo si deve eseguire; protestando di obbedire, ma criticando l’ordine e chi lo ha dato.

     Del cuore: senza l’amore, la sottomissione è un fiore senza profumo; perché non è soprannaturale. Si obbedisce per guadagnarsi il Superiore, perché si è ottenuto l’ufficio che si voleva; perché l’amor proprio, l’interesse, la vanità sono soddisfatti... Occorre invece l’amor di Dio.


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     Della volontà: spirito di contraddizione, pigrizia, sabotaggio, trascuratezza, fariseismo, ecc. impediscono di ottenere quei beni che il Superiore si riprometteva.

     Il fondamento dell’obbedienza è triplice: l’autorità rappresentata dal Superiore; la professione religiosa, che ha carattere di donazione, «non sono più mio, ma dell’Istituto»; il voto che è impegno sacro.

     Conclusione: una confidenza di S. Giovanni Berchmans in punto di morte: «Dopo che sono entrato nell’Istituto non ho mai trasgredita alcuna regola». Che rimane allora? la suprema obbedienza all’invito: «Euge serve bone et fidelis, intra!»,18 rispondendo: Sì, vengo!

 

 




17 «Con magnanimità e dottrina» (2Tm 4,2).



18 «Vieni, servo buono, entra» (Mt 25,21).




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